Il sito che chiede alle studentesse di fare le escort

L’Independent ci racconta la storia di alcuni studenti ai quali sono stati offerti quindici mila sterline all’anno per coprire i loro studi universitari in cambio di prestazioni sessuali con sconosciuti.

AMICIZIE DISCRETE – Il sito internet “SponsorAScholar.co.uk” sostiene di aver siglato accordi con 1.400 donne dall’età compresa tra 17 e 24 anni le quali sono state contattate da facoltosi uomini d’affari alla ricerca di “avventure discrete”. Il sito sostiene di avere a disposizione un’intera scuderia di studenti, anche se tale informazione non è verificabile. A questo punto l’Indipendent ha mandato una sua redattrice come “esca” in un incontro con un tramite dell’azienda.

 

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MOLTO PERICOLOSO – Questo sito dà l’idea di operare in una specie di zona grigia nella legge inglese, in special modo per quanto riguarda la libertà garantita alle agenzie di escort di agire come intermediari tra clienti e professioniste del sesso. Rachel Griffin, direttore della “Suzy Lamplugh Trust”, associazione che si occupa della tutela della sicurezza personale, conferma una cosa che puo’ sembrare lapalissiana ma che rappresenta la pura verità: “incontrare uno sconosciuto in un contesto privato può essere davvero pericoloso. Questi siti non fanno altro che sfruttare le difficoltà economiche di povere studentesse”.

TUTELA DELLA PRIVACY – Ma per SponsorAScholar.co.uk non c’è trucco e non c’è inganno. Il sito si preoccupa di confermare che il suo servizio prevede la copertura del 100 per cento dei costi del corso in cambio di due ore con uomini sconosciuti in stanze d’albergo o appartamenti per almeno quattro volte a sessione. Il tutto ovviamente tutelato dalla richiesta dei clienti di avere garantita la massima privacy, anche per via dei soldi spesi.

DATI FISCALI FALSI – Come detto, una reporter dell’Independent è riuscita ad avere un incontro con un emissario del sito, incontro che doveva avvenire necessariamente in pubblico e risoltosi in un ristorante a sud di Londra. L’uomo è stato fin troppo chiaro: tanto più una ragazza è disposta a fare tanto più soldi riceverà. SponsorAScholar.co.uk inoltre usa dati fiscali falsi appartenenti al sito d’incontri March.com, sito che ha subito preso le distanze dal servizio di “finanziamento” dell’istruzione annunciando peraltro azioni legali.

LA TRUFFA DEL FONDATORE – E non è tutto. SponsorAScholar.co.uk dovrebbe essere stato registrato con il nome di uno dei principali professori universitari inglesi, nome usato come garanzia anche dal soggetto del sito che ha partecipato all’incontro. Peccato però che l’accademico abbia respinto l’idea di essere il “tutore” del sito. Inoltre ha anche risposto di non conoscere l’uomo che aveva affermato di essere un suo rappresentante. Infine si è rivolto alle forze dell’ordine per risolvere la questione.

L’INCONTRO – Ora veniamo all’incontro. Il delegato del sito, proveniente da Lancaster, ha spiegato il concetto di “sponsor” aggiungendo però che non tutti i clienti uomini sono disposti a fare un test per certificare il loro stato di salute. Però le donne possono lanciarsi in un controllo di qualità segnando davanti al delegato di un sito le cose che vuole vengano fatte con il cliente.  SponsorAScholar.co.uk sostiene di essere sul mercato dal 2006 ma in realtà è stato registrato solo quest’anno. Secondo il sito ogni sponsor deve pagare una tariffa di 100 sterline mentre il sito sopravvive grazie ad una commissione del 3 per cento sulla somma totale.

LA FUGA – Se un uomo si vuole proporre come sponsor, però, gli viene detto che deve affrontare una specie di “waiting list” che può durare anche un anno. Di contro però nel caso dell’esca donna l’incontro con il cliente è stato subito organizzato. L’ambasciatore del sito ad un certo punto ha chiesto alla ragazza se voleva seguirlo in un appartamento poco distante ma dietro il suo rifiuto egli ha prima concordato un nuovo appuntamento e successivamente si è dato alla macchia. Oggi il sito non è attivo per via di una non meglio specificata manutenzione. Chissà, avranno sentito puzza di bruciato. (Photocredit Google)

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