Omicidio di Sarah Scazzi: 11 le condanne per i depistaggi sull’inchiesta

Si è concluso con 11 condanne il processo per i depistaggi sull’inchiesta sulla morte di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana trovata morta nel fondo di un pozzo nel 2010. Il Tribunale di Taranto ha condannato 11 imputati , condannando a 4 anni lo zio della ragazza Michele Misseri, già condannato nel processo principale a 8 anni per soppressione di cadavere, e 5 anni per Ivano Russo, al centro della contesa amorosa tra la vittima e la cugina Sabrina Misseri.

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La condanna più alta, quella a 5 anni, è stata commiata dal giudice Loredana Galasso nei confronti di Ivano Russo. Il giovane, accusato di aver dato false informazioni al pm e falsa testimonianza alla Corte d’Assise era secondo le ricostruzioni conteso tra la vittima Sarah Scazzi e la cugina Sabrina Misseri, condannata con sentenza passata in giudicato all’ergastolo per l’omicidio della ragazza insieme alla madre Cosima Serrano.

Sono stati invece decisi 4 anni di reclusione per lo zio di Sarah, Michele Misseri, che rispondeva di autocalunnia dopo essersi autoaccusato dell’omicidio della nipote. Misseri era già stato condannato per soppressione di cadavere.

Dora Serrano è stata invece condannata a tre anni per calunnia essendosi, secondo l’accusa,  inventata le molestie subite da Michele Misseri quando era minorenne. Medesima condanna anche per Giuseppe Serrano, accusato di calunnia contro i carabinieri. Tre anni di reclusione per falsa testimonianza invece per l’amico di Ivano e Sabrina, Alessio Pisello e per Anna Scredo cognata del fioraio Giovanni Buccolieri, che aveva raccontato come i dettagli sul sequestro di Sarah Scazzi  gli fossero apparsi in sogno. Tre anni anche per  Maurizio Misseri, nipote di Michele, e la madre Anna Lucia Pichierri. 

Tre anni e due mesi invece per Giuseppe Augusto Olivieri; 3 anni a Elena Baldari e 2 anni e mezzo a Claudio Russo, la mamma e il fratello di Ivano Russo. Ad essere assolta è stata invece l’ex fidanzata di Ivano Russo, Antonietta Genovino.

(Credits immagine di copertina: Facebook)

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