“Vi racconto cosa vuol dire non essere né maschi né femmine”

Lo svizzero Blick incontra la mamma di un intersessuale per ascoltare  le confessioni di un argomento tabù: ecco come si vive in quella che viene considerata “diversità”.

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IL CASO – Non vuole nessuna pietà, Karin Plattner madre di un intersessuale: ovvero la sua creatura non è né un bambino, né una bambina. In Svizzera, come del resto in moltissimi altri paesi, l’intersessualità è un argomento che si cerca di insabbiare con tutte le forze ma non è non parlandone che lo si priva di importanza. “Quando è arrivato mi chiedevano se fosse un maschietto o una femminuccia e io non sapevo cosa rispondere” dice Plattner, ricordando le difficoltà legate all’impreparazione iniziale. “Il terzo giorno siamo dovuti andare all’anagrafe e chiaramente serviva un nome, così abbiamo scelto quello di un animale domestico”.

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CRESCITA – “I medici hanno effettuato una serie di test e di analisi e vorrebbero fare del nostro primo figlio una bambina perché la struttura del pene sarebbe molto più difficile rispetto a una vagina artificiale” racconta la madre interrotta da una domanda dell’inviato del Blick: “Nei bagni pubblici dove sceglie di andare?”. È difficile anche per una madre coraggiosa dover ammettere di aver dovuto adottare dei compromessi: “Ci hanno suggerito di non raccontarlo a nessuno, altrimenti mio figlio potrebbe essere vittima di bullismo ed esclusione sociale”. Franziska, è questo il nome che la famiglia sceglie poi di dare, anche se i test genetici dimostrano che la maggior parte dei cromosomi è maschile: “Mi chiedo solo se sia nostro diritto scegliere adesso la sua sessualità”.

CORAGGIO – “Franziska è sano, è solo diverso e abbiamo deciso di ritardare l’operazione chirurgica per avere anche il suo parere” racconta ancora la signora Plattner che vorrebbe apertamente parlare delle sue condizioni. Adesso ha tredici anni e molti amici e “non ha difficoltà a fare amicizia e sono certa che il nostro bambino riuscirà a trovare la sua strada senza problemi” e ancora “Probabilmente, avrà delle difficoltà iniziali a trovare un partner, oppure no, ma ognuno sa qual è modo giusto”. Ecco un modo per abbandonare l’idea della società che non può fare a meno di arruolare nuove reclute nell’esercito degli invisibili.

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(Photo Credit/Blick)

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