Le foto satellitari del massacro dei Rohingya

Una visita, storica, di un giorno per Barack Obama che sta parlando all’università di Rangoon dopo aver incontrato il presidente della Birmania e gli esponenti dell’opposizione, fra cui ovviamente Aung San Suu Kyi, “un’icona della democrazia che ha ispirato tutti noi”, dice il presidente degli Stati Uniti. Ma dalle organizzazioni non governative internazionali come Human Rights Watch arriva un appello ancora più deciso: in visita in Birmania, Obama non dimentichi di parlare della popolazione Rohingya.

 

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SALVATE I ROHINGYA – I Rohingya, musulmani di Birmania, vengono da tempo definiti “una delle popolazioni più discriminate del mondo”: sistematicamente discriminati nel paese d’origine, vengono altrettanto rifiutati come profughi da tutti gli stati confinanti.

La violenza non ha cessato nemmeno nelle ultime settimane, visto che gli assalti più recenti risalgono alla fine di ottobre. HRW è entrata in possesso di fotografie satellitari che documentano “distruzioni estese” di case e di altre proprietà nelle aree a maggioranza musulmana di Pauktaw, Mrauk-U, e Myebon, dice Huffington Post. Il tutto nel quadro di uno scenario di guerra estesa fra le fazioni buddiste e mussulmane nello stato al confine birmano di Arakan. “Il presidente Obama”, ha detto Brad Adams, direttore per l’Asia di HRW, “dovrebbe chiarire al presidente Birmano che gli attacchi al popolo Rohingya devono finire, se il governo birmano vuole evitare nuove sanzioni e la sospensione dei dialoghi militari con gli Stati Uniti”.

DISTRUZIONE – Le immagini parlano più di qualsiasi parole, spiega HRW: “Distruzione integrale del villaggio Yan Thei nelle vicinanze di Mrauk-U. I testimoni parlano di folle arakanesi armate di spade, lance, pistole artigianali, archi e frecce, e altre armi che sono scese nel villaggio lo scorso 23 ottobre. I mussulmani sono stati circondati e sopraffatti, e i sopravvissuti sono fuggiti dal villaggio. Molti morti da entrambe le parti, incluse decapitazioni e uccisioni di donne e bambini”. Ci sono, ancora oggi, più di 110mila profughi Rohingya nelle zone dello stato di Arakan, bisognosi di “rifugio, acqua, cibo, cure mediche” ma la giunta militare birmana ha ristretto l’accesso alle agenzie internazionali di soccorso.

DISCRIMINAZIONE – Per contro, i buddisti di Arakan profughi dalle zone distrutte sono ospitati in due monasteri a Mrauk-U, dove pare che abbiano ricevuto sufficiente ammontare di cibo dalla comunità locale: “Le mancanze del governo centrale nel prendere azioni concrete per assicurare che le responsabilità vengano chiarite hanno favorito l’impunità”, continua HRW, ” e lo rende responsabile per gli ultimi attacchi, sia da parte delle forze di sicurezza, sia che non ne fossero parte”.

 

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