“Le donne sono il nemico”, come disse la volpe dell’uva

29/03/2010 di Ferma Restando

In un editoriale pubblicato dal Fatto Quotidiano, Massimo Fini riesce a inanellare in fila quasi tutti i luoghi comuni dei misogini sulle donne. Mancava solo una battuta sulle mestruazioni, ma per quella forse dovremo aspettare il prossimo.

Le donne sono una razza nemica. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherate da “sesso debole” sono quello forte. Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima. Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale“: no, non state leggendo l’ultimo discorso di Ahmadinejad al popolo, ma l’editoriale pubblicato da Massimo Fini sul Fatto Quotidiano.

WHO IS WHO – Fini, un passato remoto all’Avanti socialista prima e all’Europeo poi, un passato prossimo nel riffeseriano Giorno prima di approdare al Borghese rifondato e diretto niente popò di meno che da Vittorio Feltri e all’Indipendente, si è poi dato alla “filosofia”, inventando un movimento politico-culturale (Movimento Zero) caratterizzato dall’antimodernismo e dalla critica al liberalismo e al marxismo, considerati entrambi facce della stessa medaglia: l’industrialismo. In tutto questo “si stava meglio quando si stava peggio”, sul giornale di Padellaro e Travaglio, Fini gliene dice quattro a uno dei suoi bersagli preferiti: le donne.I tratti di sociopatia emergono già dalle prime righe: “Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. E se, nonostante tutto, si trova in difficoltà, allora ci sono le lacrime, eterno e impareggiabile strumento di seduzione, d’inganno e di ricatto femminile. Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni“, dice Fini, e l’accento sul “farselo” spiega tutti i due di picche che il signore probabilmente ha ricevuto.

DICI DAVVERO? – Poi si comincia ad andare sul personale, mi sa: “Sul sesso hanno fondato il loro potere mettendoci dalla parte della domanda, anche se la cosa, a ben vedere, interessa e piace molto più a lei che a lui“.E qui non si capisce da cosa tragga le sue convinzioni sul fatto che si divertano più le donne che i maschi, se non sull’esperienza personale. Che in effetti non fa statistica, anche se magari è curabile. A volte. Quindi arriva il Nietzsche de’ noantri che sta dentro tutti noi, specialmente quando abbiamo mangiato pesante: “La donna è baccante, orgiastica, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale. E quindi totalmente inaffidabile. Per questo, per secoli o millenni, l’uomo ha cercato di irreggimentarla, di circoscriverla, di limitarla, perché nessuna società regolata può basarsi sul caso femminile. Ma adesso che si sono finalmente “liberate” sono diventate davvero insopportabili“. Veramente non è mica così, per lo meno nel pensiero del filosofo tedesco che amano citare quelli a cui piacciono le frasi per come suonano, mica per cosa significano: l’apollineo e il dionisiaco erano due spiriti, secondo il vecchio Friedrich, e secondo lui quest’ultimo rappresentava l’elemento dell’affermazione della vita, della spontaneità, dell’istinto umano, della giocosità e raffigurerà nelle successive opere la volontà di potenza. È l’impulso che esprime la forza vitale propria dell’oltreuomo nella sua totale libertà, l’ebbrezza che trova la sua manifestazione più compiuta nella musica e nella danza“. Non era in alcun modo appannaggio della donna, ma pervadeva l’umanità in generale.

IN FINALE – Tralasciando poi i luoghi comuni sul diritto di famiglia che le favorirebbe ingiustamente e addirittura le lamentele sul fatto che vanno in pensione prima (si sa, quando si invecchia si rosica da più lati della vita), nella parte finale non poteva non esserci il campionario delle scusanti del guardone beccato con il sorcio in bocca: “Non fan che provocare, sculando in bikini, in tanga, in mini, ma se in ufficio le fai un’innocente carezza sui capelli è già molestia sessuale, se dopo che ti ha dato il suo cellulare la chiami due volte è già stalking, se in strada, vedendola passare con aria imperiale, le fai un fischio, cosa di cui dovrebbero essere solo contente e che rimpiangeranno quando non accadrà più siamo già ai limiti dello stupro. Basta. Meglio soddisfarsi da soli dietro una siepe“. Ecco, bravo, vada dietro la siepe signor Fini. Quelli come lei, vederli in giro nei giardinetti, non è un bello spettacolo. Con o senza impermeabile.

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