Quei quattro calciatori nella rete della banda del leasing

Aggirati, per ben tre volte, per un banale acquisto macchina. Sono cascati nella trappola di una truffa milionaria almeno dieci persone, tra cui quattro giocatori di serie A. Stando a indiscrezioni che Giornalettismo è in grado di anticipare, le vittime sarebbero Matteo Ferrari (Montréal Impact), Philippe Mexes (Milan), Carlo Zotti (portiere del Wil) e Mirko Vucinic (Juventus), nel periodo in cui erano calciatori della Roma. Una rete di raggiri costruita dal passaparola, che portava a nuovi “acquisti” e nuove vittime.

GLI ACQUISTI – In gran parte tra gli acquisti figuravano auto di lusso come Suv, Ferrari, Mercedes, ma anche utilitarie e Smart. Vittime, per aver comprato auto che in realtà non erano in vendita, e che non sono mai state restituite a diverse società di noleggio. Una truffa, quella della falsa concessionaria, che nel giro di pochi anni ha colpito diversi personaggi dell’hinterland romano. Un giro d’affari per milioni di euro, fermato dalla questura di Roma e dagli agenti del commissariato di Porta Pia.

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STORIA ROMANA– Il lavoro parte da un’indagine su fatture emerse dal 2007 fino ad oggi. L’indagine è nata dall’anno 2011, quando un privato cittadino ha denunciato lo strano acquisto delle sue due smart: dal momento della compravendita in poi l’uomo non è mai riuscito a ottenere i documenti sul passaggio di proprietà. La pista ha portato a una ordinanza di custodia cautelare (richiesta dal sostituto procuratore Cipolla) verso Lino Ciammetti, 43enne pregiudicato. “Persona insospettabile, tanto da riuscire a truffare i suoi vicini di casa”, commenta in conferenza stampa a Porta Pia Maria Sironi, dirigente del commissariato. Tre le persone accusate di bancarotta fraudolenta attraverso l’omessa fatturazione di vendite per milioni di euro, per un passivo fallimentare di circa 26 milioni di euro e una evasione fiscale che ammonta sui 18 milioni di euro. Tra i truffati ignari cittadini, professionisti e in qualche caso giocatori di calcio della massima serie. Dalle indagini emerge che l’arrestato era amministratore di una società che vende auto, la cui però attività lucrava su società finanziarie di leasing, ignari clienti e lo Stato stesso.

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COME FUNZIONAVA – L’auto, in realtà noleggiata da ignare società che cambiavano ogni volta, veniva venduta dal truffatore. la vendita avveniva o tramite la sua “fittizia” concessionaria o tramite altri punti vendita (inconsapevoli anche loro). Non solo, la truffa si sdoppia: sempre la società truffatrice chiedeva per conto dei propri ignari clienti finanziamenti attraverso firme false. Spesso capitava che il cliente stesso ricevesse un sollecito di pagamento dalla società finanziaria, ricevendo così una doccia fredda. Altri 144 mila euro complessivi sono stati rubati a quattro diverse società finanziarie con quattro diversi tipi di contratto.

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IL PASSIVO – Mentre le società truffate si affrettavano a richiedere la somma rubata, Ciammetti e ai suoi pensavano a svuotare le casse dell’attività. Da qui l’accusa di bancarotta fraudolenta, attraverso l’omessa fatturazione di vendite per circa tre milioni e mezzo di euro oltre l’Iva, occultamento di ricavi attraverso fatture emerse alla clientela, omessa registrazione di operazione comportanti uscite di cassa. il tutto per un passivo totale di 26 milioni di euro, la cui destinazione è ancora sotto il vaglio della procura. “Ciliegina sulla torta – riporta una nota in questura – “è stato il lancio di alcuni grammi di hashish dalla finestra, durante la perquisizione negli uffici”.

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