I terremotati e l’addio ai soldi degli sms

Manda due euro ai terremotati. Li vedranno due anni dopo, se tutto va bene. Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera racconta la storia dei tributi mandati all’Emilia dalla popolazione italiana via sms attraverso le compagnie telefoniche. Che però non sono ancora arrivati a destinazione:

La risposta è una sola: burocrazia. «Purtroppo l’iter non si può comprimere più di tanto, se si vuole assicurare trasparenza», allarga le braccia Franco Gabrielli, capo della Protezione civile e, soprattutto, diretto interessato a una rapida soluzione della strana vicenda. Gabrielli ci ha infatti messo la faccia sulla campagna di raccolta fondi straordinaria, essendo la stessa il frutto di un accordo fra l’Emilia Romagna e la Protezione civile nazionale e avendola lanciata in termini chiari: «Il ricavato verrà versato sul nostro fondo», garantiva.

Dove sono finiti, dunque, quei quindici milioni?

«Innanzitutto una precisazione sulla cifra – spiega un suoi tecnico – I 15 milioni non sono versamentima promesse di versamento. La differenza è sottile ma decisiva. Nel senso che i vari gestori (Tim, Vodafone, Wind eccetera) prima di versare alla Tesoreria dello Stato l’importo corrispondente agli sms, devono effettivamente incassare la cifra: Io posso anche inviare un messaggio ma se poi per qualche ragione non lo pago, il gestore non versa». I tempi si allungano, quindi, perché la riscossione è lenta. Al di là delle schede prepagate ci sono infatti contratti e bollette legati al buon fine dell’operazione. Cosicché al momento nelle casse di Bankitalia risultano depositati per l’Emilia poco più di 7 milioni di euro, nemmeno la metà di quelli ipotizzati. Che poi è il risultato della piccola odissea di quel semplice sms: gestore, centro fatturazione, smistamento, Banca d’Italia, dipartimento della Protezione civile e contabilità speciale del Commissario straordinario che nel caso dell’ultimo sisma sono i tre governatori interessati: Vasco Errani per l’Emilia, Roberto Formigoni per la Lombardia e Luca Zaia per il Veneto. Da qui verrà versato ai Comuni che hanno presentato i progetti prescelti. Insomma, un lungo cammino. «Ritengo però che questa procedura – cerca di rassicurare Gabrielli – anche temporalmente differita, garantisca scelte ponderate e ragionate sulle reali esigenze del territorio

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