Il Paese dei finti tonti

01/10/2012 di Carlo Cipiciani

C’è gente che resta di stucco leggendo dell’uso disinvolto dei fondi pubblici da parte dei consiglieri regionali del Lazio; degli scandali della Regione Lombardia; dei costi per il funzionamento di Montecitorio o di palazzo Madama. Gente furibonda per le storie di Belsito, Trota e compagnucci di merende del Nord di lotta e di malgoverno.

C’è gente che non si capacita del quadro di squallore e di malversazioni che emerge dalle lettere segrete o dalle intercettazioni telefoniche del sottobosco berlusconiano, che siano di Lavitola o di Rosy Polanco. Gente che non si capacita di compravendite di parlamentari per far cadere governi “nemici”.

C’è gente che s’indigna leggendo di quanto è basso lo stipendio di un precario, di quanta è alta l’evasione fiscale, di quanto lavorano e quanto guadagnano i dirigenti pubblici o i funzionari del Parlamento.

Un tale disse una volta che l’Italia era un paese di navigatori, di santi e di poeti.

Ma soprattutto è il Paese dei finti tonti.

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