La lista nera di chi scarica con i Torrent

I ricercatori del Regno Unito avvisano: “chi scarica film o musica senza pagare rischia grosso perché il download è sottoposto a controlli”.

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IL CASO – Chiunque utilizza un sistema BitTorrent per il download finisce in una lista e viene registrato dalle società che monitorano i dati. I download vengono “salvati” entro tre ore e i titolari dei diritti possono utilizzare le informazioni per risalire a chi ha scaricato illegalmente.

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L’ALLARME – La ricerca è durata tre anni e il team di esperti ha sviluppato un sistema per controllare in che modo avvengono i collegamenti con il BitTorrent: “Non c’è bisogno di prendere enormi quantità di file, basta un solo film per finire nella lista nera” ha detto Tom Clothia, a capo dell’indagine che ha smascherato il monitoraggio.

LA REGISTRAZIONE – “I contenuti più richiesti (il film o l’album del momento) vengono controllati con maggiore frequenza, i meno popolari con minore frequenza ma l’attenzione resta comunque alta” ha continuato Clothia. La ricerca ha rivelato contemporaneamente 10 attività di controllo sullo stesso file ad opera di agenzie che si occupano di informare i proprietari dei diritti.

MARKETING ? – È emersa un’altra verità: “I dati mostrano anche la popolarità di un contenuto, questo spiega la possibile vendita alle aziende delle info per scopi di marketing. L’ipotesi della presunta raccolta dati avrebbe trovato conferma, secondo la BBC, nella richiesta di aziende europee e americane di indirizzi IP e fisici degli utenti. Non c’è più scampo? Meno di un mese fa è arrivata la notizia dell’arrivo di Megabox (sulle ceneri di Megavideo, il sito che permetteva di caricare e scaricare direttamente da link) un sito simile alle boutique di musica online come iTunes, ma promette agli artisti che potranno contare sul 90% dei diritti pur aggirando le case discografiche.

King Dotcom, il fondatore del sito web di file-sharing Megaupload, accusato di violazione di copyright e ricercato dagli Stati Uniti, ha preannunciato su Twitter, sia pure in maniera criptica, il ritorno del sito in versione ‘indistruttibile’ e la creazione di una boutique di musica online. ‘So che tutti lo aspettate. Arriva. Quest’anno. Lo giuro. Piu’ grande. Piu’ capace. Piu’ veloce. 100% di sicurezza e indistruttibile’, ha twittato il re tedesco del file sharing, che combatte contro l’estradizione dalla Nuova Zelanda, senza nominare il sito Megaupload, chiuso da gennaio.

Le accuse che lo bloccarono:

Il  procuratore federale ha accusato l’azienda di aver violato la legge sul copyright, causando alle aziende danni per 500 milioni di dollari. L’azienda ha replicato che è sempre stata diligente nel rispondere ai reclami su materiale pirata, rimuovendo i contenuti. Il Wall Street Journal riferisce che l’azione dell’Fbi, secondo gli agenti, non è in nulla collegata alle proposte di legge sulla pirateria attualmente in discussione. Kim Dotcom, precedentemente noto come Kim Schmitz, e gli altri tre responsabili sono stati arrestati in Nuova Zelanda, su richiesta dei funzionari degli Stati Uniti. Due altri indagati sono in libertà. Il caso Megaupload farà scalpore perché il sito e il suo database erano di grandissime dimensioni, e per il sostegno che aveva ricevuto in altri frangenti anche da celebrità, musicisti e produttori teoricamente vittime del suo successo. Megaupload ha sede a Hong Kong, ufficialmente il ruolo di CEO è rivestito dalla moglie del fondatore, il quale in una curiosa dichiarazione alla stampa ha detto che “il successo di Megaupload è indiscusso, se l’industria dell’entertainment vuole approfittare della nostra popolarità, può mettersi in contatto con noi in qualsiasi momento”.

LA DIFESA – Le piattaforme a mezzo BitTorrent hanno sottolineato che le loro azioni sono perfettamente legali e a norma con il Digital Millennium Copyright Act poiché, su richiesta, è sempre stata eseguita la cancellazione dei link richiesti. Per il resto, aspetteremo l’evoluzione giuridica in materia.

 

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(Photo Credit/Getty Images)

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