Vince 31 milioni e scompare. Ucciso dall’ ex-socio?

09/01/2010 di Donato De Sena

Dopo aver comprato il biglietto del primo premio della lotteria non ha avuto la possibilità di gioire a lungo: è morto per mano del suo migliore amico

Nel caso vi capiti una vincita milionaria, come quelle esorbitanti garantite dal superenalotto, diffidate anche delle persone più care. Potrebbe costarvi caro, infatti, confidare la vincita fuori misura perfino ad un amico molto fedele. Qualcuno negli States negli ultimi tempi lo ha fatto. A qualche anno dall’incasso della cifra, ora, si teme per la sua vita. Il protagonista della storia è Abraham Shakespeare, un camionista 43enne, che nel 2006 ha incassato 31 milioni di dollari grazie alla Lotteria della Florida. Un anno dopo ha vinto la sfida in tribunale contro un collega che lo aveva accusato di aver scippato il biglietto vincente dal suo portafoglio, al lavoro, mentre insieme consegnavano carne in un ristorante di Miami.

SI TEME IL PEGGIO –Il fortunato vincitore della lotteria potrebbe essere stato ucciso”: è questa la dura ammissione della polizia trapelata due giorni fa. “Secondo gli investigatori, le circostanze emerse finora ci inducono a credere che, con buone probabilità, Shakespeare abbia avuto una morte prematura”, ha spiegato lo sceriffo Grady Judd. Che ha poi aggiunto: “Non abbiamo un corpo, non abbiamo Abraham vivo, non sappiamo se sia morto, ma siamo molto diffidenti e la paura è che sia vittima di un omicidio”.

L’ALLARME DEI FAMILIARI – Si teme il peggio, quindi, a dieci mesi dalla sua scomparsa e a due dalla denuncia dei familiari. I suoi cari, infatti, si sono presentati nell’ufficio dello sceriffo della contea di Polk il 9 novembre scorso, dichiarando di non vedere Abraham addirittura dal mese di aprile. Dopo che il giorno del ringraziamento (quarto giovedì di novembre) è trascorso senza alcun messaggio da parte del fortunato, gli inquirenti hanno deciso di mettere a disposizione di chiunque avrebbe dato informazioni interessanti sulla misteriosa vicenda una ricompensa di ben 5.000 dollari. Senza ottenere risultati, però. Infatti, nonostante gli investigatori avessero preso di mira come responsabile della scomparsa Dee Dee Moore, un socio di Shakespeare, definita “persona interessata alla sua scomparsa”, nessuna accusa, o rivelazione che possa valere più di un indizio, è stata mai depositata.

IL SOSPETTATO – Sono diversi gli indizi che fanno sospettare di Moore. Secondo lo sceriffo, avrebbe addirittura pagato per ottenere deposizioni di falsiavvistamenti dello scomparso. In un’occasione, ha riferito, Moore avrebbe pagato 5.000 dollari ad un cugino di Shakespeare per far recapitare alla madre dello scomparso, in occasione del suo compleanno, un biglietto di auguri, presumibilmente firmato dal figlio. Moore, il principale ed unico indiziato, è stato anche raggiunto dalla Cnn. L’ex socio di Shakespeare ai giornalisti ha detto di aver usato un atteggiamento collaborativo nei confronti degli inquirenti, fin dalle prime fasi delle indagini, di aver parlato ampiamente con gli investigatori. Ma è difficile credere nella sua buona fede. Lo sceriffo e i suoi detective sono molto scettici. Secondo le loro ricerche, come se non bastasse, tutti i conti correnti e le proprietà di Shakespeare, tra cui una casa di un milione di dollari che Moore dice di aver acquistato per 600.000, da poco erano state intestate a Moore, che , tra l’altro, stando a quanto riferisca la polizia, negli ultimi mesi avrebbe perfino provveduto ad inviare col telefono di Shakespeare, messaggi di testo alla madre dello scomparso per dare l’illusione che suo figlio fosse ancora vivo.

BRUTTO PRESENTIMENTO – L’ex socio di Shakespeare si difende dalle accuse sostenendo di essersi offerto all’amico di aiutarlo nella gestione dell’impero ricevuto in dono dalla buona sorte. Che abbia approfittato della fiducia dell’amico per far suo il bottino? Il dubbio è legittimo. “Vogliamo sapere se è vivo o morto”, ripete ancora lo sceriffo che crede all’eliminazione fisica del vincitore della lotteria. Da quanto emerge i 31 milioni di dollari incassati possono davvero essergli stati fatali. “Se lui si facesse vivo o ci mettesse nelle condizioni di sapere se è vivo o morto noi potremmo terminare le indagini e lui potrebbe continuare a vivere senza fastidi”. Ma i silenzi che seguono le esortazioni dello sceriffo a contattare le autorità per dare notizie, avvalorano la più tragica delle piste investigative.

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