Il grande flop delle super-armi

31/07/2012 di Redazione

Fregate, carri e aerei troppo sofisticati e costosi segnano in negativo la storia d’investimenti non sempre meditati.

IL MEGLIO DEL MEGLIO – Il carro armato M1 Abrams è il migliore del mondo, tanto da non avere rivali e punti deboli, se non un tallone d’Achille nella sua parte inferiore, che durante l’ultima invasione dell’Iraq si è rivelata vulnerabile agli ordigni piantati per strada. Diversamente sarebbe invulnerabile, tanto che durante Desert Storm solo 7 Abrams furono distrutti e tutti dal fuoco amico di altri Abrams. Entrato in sevizio negli anni ’80 oggi è schierato in 2.300 esemplari tra Iraq, Afghanistan  altri paesi, dove viene utilizzato come postazione fissa a causa di quella vulnerabilità. Altri 3.000 esemplari attendono Parcheggiati in una base nella sierra Nevada, in California.

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MEGLIO FARNE UN ALTRO – Il governo vorrebbe ora sospenderne la manutenzione e avviare la ricerca per un mezzo meno imponente e più versatile, visto che il confronto con centinaia di carri sovietici i battaglia non è più ipotizzabile e visto che gli Abrams si sono dimostrati troppo grandi e troppo costosi da mantenere per essere impegnati nelle cosiddette “guerre asimmetriche” che impegnano l’unica superpotenza planetaria. Putroppo i generali no sono riusciti a vincere la resistenza del costruttore, General Dynamics, che ha inondato il Congresso di contributi e si è assicurato che nulla del genere accada.

 

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LA SOLITA STORIA – Accade qualcosa di simile per tutti i sistemi d’arma, per i quali negli ultimi decenni gli Stati Uniti hanno speso cifre incredibili, inseguendo progetti che alla prova dei fatti si sono rivelati un bagno di sangue. In particolare è andata malissimo con gli “aerei invisibili”, che poi tanto invisibili non sono e che fin dagli esordi si sono caratterizzati per finire in fretta fuori produzione. È successo ai bombardieri B-2 e poi anche agli F-22, che pur essendo “i migliori aerei del mondo” costano un botto, pertanto sono stati costruiti solo in 187 esemplari e poi la produzione è stata interrotta.

F-22 DOWN – Gli esemplari in servizio sono oggi fermi per precauzione, perché numerosi piloti hanno riportato malori dovuti a un’anomalia dell’impianto dell’ossigeno che non è ancora stata individuata. Nel frattempo le altre aviazioni hanno preso le misure allo F-22 e recentemente i piloti tedeschi avrebbero dimostrato che lo F-22, dotato di micidiali missili per colpire da lunga distanza, non è esattamente imbattibile nei combattimenti ravvicinati, un’onta per un mezzo intitolato alla superiorità aerea e accompagnato da lodi sperticate. Il concetto è quello per il quale lo F-22 dovrebbe abbattere qualsiasi aereo prima che lo F-22 possa finire a tiro delle sue armi, un’idea del combattimento aereo a lunga distanza, affidato a radar e missili, che però mal si sposa con le eventualità di una guerra vera.

UN COPIONE CHE SI RIPETE – Un destino simile sembra attendere anche lo F-35, che ormai sfiora il costo unitario degli F-22 (lo supererà) ed è ancora ben lontano dal potersi considerare un progetto fatto e finito, visto che gli esemplari finora costruiti sono versioni di test, prive dell’avionica che sarà e comunque già entrati in antipatia ai piloti, che con gli aerei vorrebbero volare e non passare il tempo in officina e a discutere con il costruttore.

LA CORRUZIONE – La malattia che colpisce questi programmi sembra evidentemente discendere dalla mancanza del senso della misura, che spinge i grandi produttori di hardware americano a promettere prestazioni impossibili al Congresso, che per questo stanzia somme altrettanto impossibili. L’altra grande malattia è l’evidente corruzione del Congresso che, opportunamente unto, non riesce a rifiutare nulla agli esponenti del potente complesso militar-industriale che ad ogni elezione si presentano ai congressisti con la borsa ricolma di dollari

 

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