Telecom, on line le buste paga dei dirigenti

Hai sempre desiderato sapere quanto guadagna il tuo capo? Duke realizza il tuo sogno!“. E poi dice che il mondo non è bello perché è vario. Sembra che qualche buontempone – Il Duke di Wellington, lo stesso che ci racconta le vicende di Luca “Napoletoni” Luciani, il famigerato manager Telecom il cui intervento all’assemblea dei lavoratori finì per diventare un mito su Youtube – abbia deciso di compiere un’operazione-trasparenza radicale, mettendo on line le buste paga dei 950 dirigenti Telecom. “Consulta la busta paga del tuo capo e scarica subito il file con le BUSTE PAGA di 950 Dirigenti Telecom (aprile 2007), vedrai belle cose del “kasta world”. Mancano le 70 risorse strategiche perchè il fortino della Kasta è ancora ben vigilato, ma basta un’occhiata alle cifre percepite dagli altri per rendersi conto che basterebbe davvero poco per salvare il posto di lavoro a tanti di noi! Abbatti con noi il muro di omertà e fai circolare il file a quanti più colleghi possibile!“, recita il messaggio nella home; peccato che il file zip con il pacchetto completo non sia più scaricabile (forse non è ancora stato hostato) dal mirror, ma pare che nel frattempo sia stato anche indicizzato su E-Mule, e quindi a disposizione del popolo tutto. In ogni caso, il sito è tutt’ora in piedi e le buste paga sono perfettamente pidieffate (qui ce n’è una), ordinate per lettera, e leggibili in tutti i loro particolari. Il counter conta oggi un centinaio di visite, ma c’è da giurare che tra poco arriverà a vette di molto superiori. “E’ un campione molto rappresentativo del mondo dirigenti Telecom, circa 1.000 persone, quel mondo che ha ridotto a brandelli un gioiello di impresa, un mondo fatto di privilegi e stipendi sproporzionati rispetto a capacità e meriti – dice il Duke – Oggi si parla di licenziare 5.000 persone, queste non hanno nessuna responsabilità del tracollo e sono i primi a pagare di persona. Di contro nulla si dice o si fa nei confronti di questa kasta“. Ad occhio, forse manca qualche nome – probabilmente per problemi di spazio – ma in ogni caso lo spaccato sembra rappresentativo. La prenderà bene il Garante della privacy. Proprio oggi arriva in Italia Cesar Alierta, dominus di Telefonica, che ha in programma un incontro con Franco Bernabé, ad di Telecom. Qualcosa si sta muovendo nell’azienda ex incumbent delle tlc italiane, e magari tra qualche settimana se ne parlerà molto.

Sembra uno scherzo, eppure pare che due membri del governo stiano pensando a una legge per le coppie di fatto: “e’ la “sorpresa” che stanno preparando Gianfranco Rotondi e Renato Brunetta. Lo rivela in una intervista al Tempo il ministro per l’Attuazione del programma, chiarendo che “il governo sara’ tenuto fuori da questa iniziativa. Sara’ un progetto di legge a firma mia e di Brunetta”. Rotondi spiega che, anche se la materia non riguarda il programma dell’esecutivo, “c’e’ da legiferare in ordine a un fenomeno che non e’ marginale e che riguarda le persone che a vario titolo convivono senza essere sposati. Spesso indipendentemente dal fatto sessuale”. Rotondi e Brunetta pensano dunque a tutele come “l’assistenza in caso di malattia, la successione, i diritti relativi all’alloggio, insomma tutti i diritti che rendono il convivente prioritario rispetto ai parenti e che per ora non esistono. E ci occuperemo anche delle coppie gay“. Se lo facesse il centrodestra dopo che non ha voluto farlo il centrosinistra, ci sarebbe molto da ridere. Intanto, la Stella Rossa ha esonerato Zeman dopo solo tre giornate. Non gliene va bene una. Io invece ho scritto un pezzettino per LibMagazine sul bipolarismo (grazie a Francesco Nardi per avermelo chiesto) in cui si racconta anche qualche aneddoto divertente su una Giovane Promessa del liberismo italico, e su Mario Draghi.

Gli ultimi saranno i primi. Ci arriva soltanto sabato Il Sole 24 Ore a sottolineare quello di cui c’eravamo accorti un po’ tutti, ovvero che il piano Fenice per Alitalia è meno conveniente di quello di Air France. Ma Gianni Dragoni lo fa in maniera affilata e incontestabile, superando per crudeltà La Voce. Significativo il conto dei voli, che viene a confermare quanto scritto all’epoca su Malpensa: “le destinazioni della «nuova Alitalia» saranno 65, inferiori alle 84 di Air France. Ci sarà una concentrazione sul mercato nazionale ed europeo (dove si perdono più soldi per l’attacco delle low cost), con pochi collegamenti intercontinentali. I voli a lungo raggio della nuova società oscillano, secondo i primi annunci, tra 13 e 16 destinazioni, contro le 15 previste da Jean-Cyril Spinetta all’inizio e destinate ad aumentare. Per i passeggeri italiani aumenterà la necessità di fare scalo a Parigi, Francoforte o Londra per voli lunghi“. Chissà se il suo editore, Emma Marcegaglia, la quale partecipa alla cordata, ha qualcosa da obiettare nel merito, a parte le rispostine imparate a memoria e scevre, come si usa, di numeri.

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Vignetta di Fabristol

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