“Da siciliano dico: tagliate la Sicilia”

“Da siciliano dico: tagliate l’isola”: il titolo del commento di Giampiero Mughini su Libero oggi è inequivocabile, e si rifà alle ultime notizie sul governo dell’isola e alla presa di posizione di Belpietro di qualche giorno fa. Sostiene Mughini:

 

Attenzione. Io sono siciliano, mia madre e il mio miglior amico sono sepolti in Sicilia. Dove ho vissuto vent’anni e oltre, anni che non dimentico. Ebbene io di quei dati inorridisco tanto quanto Maurizio Belpietro. Forse di più, perché la questione mi scalfisce nel profondo com’è sempre per un siciliano quando si parla della Sicilia. Era Leonardo Sciascia a scrivere che c’erano mattine in cui lui si alzava e aveva in dispetto la Sicilia e i siciliani più ancora che non li avesse la Liga Veneta. Detto altrimenti, leggere della Sicilia reale com’è oggi è insopportabile per un siciliano.

E c’è anche spazio per un po’ di amarcord:

Ricordo di una volta che feci un lavoro per un’amministrazione comunale siciliana, e ci vollero quattro o cinque mesi per riuscire a farmelo pagare. La loro amministrazione stava in una stanza dov’erano quattro persone. Ebbene la mia fattura veniva smarrita nell’an – dare da un tavolo a quello attiguo. La Regione Sicilia ha nel frattempo risolto il problema. Ha assunto a tempo indeterminato un bel numero di “camminatori”, di gente che ha l’incarico di smistare carte e cartuzze da un tavolo a quello attiguo, nei casi più impervi da una stanza a quella attigua. Per un siciliano, da provare vergogna.

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