La meteo-guerra sui nomi degli anticicloni

All’inizio furono ‘Lucy’, ‘Scipione’ ed ‘Hannibal’, poi venne la volta di ‘Caronte’, ora si attendono ‘Minosse’, ‘Lucifero’ e il vortice temporalesco ‘Mina’: è guerra al nome più fantasioso.

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IL CASO – Gli anticicloni e i fenomeni climatici estremi di questa rovente stagione non portano solo afa e sudore; nel vortice delle previsioni e’ infatti scoppiata la guerra dei nomi tra gli esperti dei centri meteorologici. Tutto nasce e rimbalza sul web, il cielo virtuale dove ‘piovono’ plausi e critiche ai siti per le denominazioni scelte a indicare gli eventi atmosferici. Ma chi decide della possibilita’ di scegliere i nomi? In generale vengono indicati dall’Istituto Meteorologico di Berlino, a seguito di un’autorizzazione da parte dell’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (Omm), ente designato dall’Onu.

LA SCELTA – “Dal punto di vista tecnico il nome viene dato a una figura di alta e bassa pressione che prevale sui nostri territori”, sono le parole all’Adnkronos di Antonio Sano’, direttore del portale web www.ilmeteo.it. ‘Non c’e’ nessuna legge -sottolinea- che vieta l’assegnazione dei nomi. Nel caso de ‘Ilmeteo.it’, il nome ci viene suggerito direttamente dalla nostra community su Facebook e sul forum del sito. Sono state 200.000 le persone che hanno scelto il nome Minosse’.

DARE IL NOME – Chi vuole tenere a battesimo un anticiclone ‘non e’ solo un meteorologo -spiega l’esperto- ma lo puo’ fare anche la gente comune. Chiunque puo’ acquistare un nome in rete. Puo’ capitare, ed e’ avvenuto, che qualche buontempone abbia scelto il nome della suocera per designare un ciclone’. Ma nel ‘vortice’ sono finite ‘anche mogli tradite e scocciatori di varia guisa’.

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LE CRITICHE – ‘Le critiche che vengono indirizzate a questo metodo -sottolinea Sano’- come sempre vengono quando ci sono delle novita’, ma in realta’ sia negli Stati Uniti, sia in Inghilterra e in Germania, ci sono enti o centri meteorologici che assegnano i nomi.
L’Universita’ di Berlino li mette in vendita per poche centinaia di euro, e fino a tutto il 2013 sono stati gia’ prenotati e acquistati’. ‘In Italia -rivendica Sano’- fino a quest’anno nessuno aveva mai dato nomi: noi di ‘Ilmeteo.it’ siamo stati i primi a mettere una bandiera sugli anticicloni’. Prima e’ venuto Lucy, poi e’ stata la volta di Hannibal, infine sono sfilati caldi sulla penisola Scipione e Caronte. Ora arriva Minosse. ‘Il prossimo -annuncia Sano’- si chiamera’ ‘Lucifero’, perche’ sara’ terribile. Il suo arrivo, pero’, e’ ancora avvolto nelle tenebre’. E gia’ mette le mani avanti: ‘Non abbiamo un ritorno economico dall’indicare nomi, ma pensiamo di svolgere un’attivita’ preziosa perche’ avviciniamo milioni di persone alle previsioni meteo. Senza contare che in questo modo possiamo catalogare e ricordare meglio gli eventi che caratterizzano il clima’.

LA RISPOSTA – ‘Non diamo nomi ai cicloni o anticloni. In rari casi, come abbiamo fatto per ‘Mina’, seguiamo le indicazioni dell’Universita’ di Berlino, semplicemente perche’ era un nome simpatico’, spiega all’Adnkronos il meteorologo di 3bmeteo.com, Sergio Brivio.
‘Preferiamo terminologie tecniche -aggiunge- parlando di alta pressione o bassa pressione. Mentre ai tempi di Bernacca le perturbazioni si indicavano con dei numeri, attribuiti ogni mese, oggi la regola e’ solo mediatica perche’ e’ piu’ spendibile e si ricorda meglio’.

ALTRI PARERI – ‘Nessuna polemica con i ‘concorrenti’ -precisa Brivio- ma non vogliamo cavalcare quest’onda dei nomi, anche per non incutere timori nella popolazione. E’ vero che le regole non esistono e quindi c’e’ liberta”, ma si dovrebbe valutare l’opportunita’ della scelta: se dovessimo dire domattina che un anticiclone si chiama ‘Balotelli’, potrebbe essere anche simpatico come il calciatore, ma un anziano che invece leggesse di Lucifero che sta arrivando, qualche problema forse potrebbe averlo. Per noi -rimarca Brivio- il bel tempo arriva ancora dalle Azzorre o dall’Africa’.

LA VOCE DELLA TV – Non e’ vietato dare nomi alle perturbazioni, ma forse c’e’ troppo folklore’, fa notare Andrea Giuliacci, meteorologo del centro Epson Meteo di Milano e volto televisivo delle previsioni di Mediaset.’Se pero’ si danno nomi -spiega- bisogna farlo in maniera scientifica. Negli Usa, ad esempio, gia’ a inizio anno si conoscono i nomi dei cicloni tropicali. Tutto viene misurato con i satelliti, e se la perturbazione raggiunge l’intensita’ stabilita per entrare nella classifica dei cicloni, a quel punto, automaticamente, prende il nome deciso dalla lista’. Questo, ribadisce Giuliacci, ‘è un metodo condiviso da tutti. E c’e’ una regola. Ma se assegnassimo un nome a tutte le perturbazioni che si vedono nelle mappe, non basterebbero cento calendari’. Dunque, taglia corto, ‘e’ un modo per rendere piu’ chiara una situazione, ma e’ un fatto puramente di costume. Non ha valore dal punto di vista scientifico’.

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