Antonio Mancini, Enrico De Pedis e i peccati della Magliana

15/05/2012 di Dario Ferri

La storia la sapete? No? Riassunto delle puntate precedenti. Sul Messaggero, dieci anni fa, un articolo racconta che De Pedis è seppellito a Sant’Apollinare, chiesa cattolica e territorio vaticano, a quanto si dice (ma non è vero). Sette anni fa, un anonimo telefona a “Chi l’ha visto?” dicendo che se si vuole trovare Emanuela Orlandi bisogna cercare nella tomba di Renatino. Raffaella Notariale, giornalista del programma di Raitre, va a trovare la Minardi che dice a lei – e ripete in una deposizione messa a verbale davanti al magistrato Simona Maisto – di essere stata l’amante per anni di De Pedis, di averlo accompagnato in macchina con la Orlandi, di aver saputo che il corpo della ragazzina vaticana era stato seppellito nel cemento in una villa a Torvajanica o nel litorale romano. E ha fatto ritrovare uno scantinato dalle parti del San Camillo dicendo che era un “covo” di De Pedis. Delle sue parole e di quanto ha dichiarato, questo finora è l’unico riscontro oggettivo. C’è un filone d’indagine quasi indipendente che mira a collegare alcuni personaggi “storici” della mala romana alla scomparsa di Emanuela Orlandi, ma non è questo il punto.

 

LEGGI ANCHE: La storia del boss mafioso sepolto in Chiesa

 

QUAL E’ IL PUNTO? – Veniamoci. Stamattina sul Fatto Quotidiano Rita di Giovacchino e Malcom Pagani hanno intervistato Antonio Mancini, l'”accattone” della Banda della Magliana. Personaggio importante nel mondo della mala romana, Mancini si è pentito e ha cambiato vita partecipando a numerosi processi che hanno riguardato persone, vive o defunte, collegate alla bandaccia. E’ importante ricordare che alcuni di questi processi si sono conclusi con sconfitte per l’accusa, prima di andare a rileggere quanto scritto nell’intervista. In particolare evidenziandone i punti critici. Ad esempio c’è questa domanda/risposta:

 

Che ruolo ebbe De Pedis nel rapimento Orlandi?
Guidò la macchina che servì al sequestro della ragazza. Il rapimento fu deciso da mafiosi e testaccini. C’erano soldi che non rientravano e la scelta era tra lasciare qualche cardinale a terra ai bordi della strada o colpire qualcuno che fosse vicino al Papa e che aveva rapporti economici con noi per marcare un segno. Scegliemmo la seconda strada.

E’ importante, allo scopo di ragionare su quanto scritto sul Fatto, conoscere preliminarmente un dato: Mancini è in galera dal 1981, Emanuela Orlandi viene rapita nel 1983.

LEGGI ANCHE: Emanuela Orlandi e la Banda della Magliana: le strane confessioni di Antonio Mancini

Share this article