Il doodle di Keith Haring

Keith Haring è morto nel 1990, ma la sua traccia artistica e umana è indimenticabile: Google omaggia l’artista con un doodle nel giorno del suo compleanno (avrebbe compiuto 54 anni).

 

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IL DOODLE – Sei figure stilizzate compongono la parola Google, semplice e pop, senza il pout pourri di animazioni che in passato hanno contraddistinto doodle dedicati a personaggi famosi, e così per un giorno il logo del motore di ricerca più usato al mondo assume le sembianze di un’opera di Haring, grazie anche alla collaborazione della fondazione a lui dedicata.

MURI E COLORE – “Non avrei potuto fare altro” ha ribadito in più interviste l’artista, che aveva già le idee chiare e un flusso creativo inarrestabile quando nel 1978 sbarcò nella Grande Mela per frequentare la School of Visual Arts. Qualsiasi superficie andava bene per realizzare i suoi omini stilizzati, non solo tele ma anche e soprattutto muri cittadini e stazioni della metropolitana. Con gli anni Ottanta e il boom del mercato dei graffiti arrivarono amicizie e collaborazioni con nomi come Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, il riconoscimento mondiale e numerosi viaggi per presentare le proprie opere (Haring ha lasciato un pezzetto di sé anche in Italia, a Pisa).

LA MALATTIA – “Nella mia vita ho fatto un sacco di cose, ho guadagnato un sacco di soldi e mi sono divertito molto. Ma ho anche vissuto a New York negli anni del culmine della promiscuità sessuale. Se non prenderò l’Aids io, non lo prenderà nessuno”. Le ultime parole famose: pochi mesi dopo questa dichiarazione, nel 1988 Haring rivelerà al mondo di essere affetto dall’Aids.

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