Mai più senza: Sexocracy, il documentario su Lele Mora

Uscira’ in anteprima l’ 11 maggio nelle sale Uci di Milano Bicocca e Roma Fiumicino Parco Leonardo ‘Sexocracy’, docufilm scritto e prodotto da Luca Redavid, diretto da Ruben Maria Soriquez. Al centro del film Lele Mora, che si racconta in prima persona, e, inevitabilmente, Silvio Berlusconi. Ma, afferma all’Adnkronos Redavid, “se, forse, l’intenzione di Lele era di difendersi dopo l’immagine che ne aveva dato ‘Videocracy’, il risultato finale non e’ ne’ pro Mora ne’ pro Berlusconi. Certo a differenza di ‘Videocracy’ non diamo delle sentenze ma raccontiamo i fatti, poi decide lo spettatore”.

ANCORA INTERVISTE – Mora ha concesso l’intervista che e’ l’asse portante del docufilm, quanto a Berlusconi dell’ex premier sono state usate immagini pubbliche e comunque il risultato finale avrebbe avuto, secondo Redavid, il suo ‘placet’: “Il film stato visto dal Presidente in persona che nulla ha ostato, non ha sollevato dubbi, credo che gli sia piaciuto -spiega il produttore- perche’ i personaggi sono raccontati per quello che sono, senza tesi precostituite. Noi facciamo una fotografia, lo stile non e’ quello della denuncia dall’inizio alla fine di un solo personaggio.

COME E’ NATO – “Abbiamo girato con Mora poco prima che fosse detenuto, la cosa era nata come un film sulla sua vita, con lui che parlava in prima persona e una voce narrante, poi e’ arrivata la tempesta giudiziaria e quindi la sua vita in senso compiuto sara’ eventualmente raccontata in un altro film, quando uscira’ dal carcere”. “Qui Mora parla del suo rapporto con Berlusconi, ma -dice piu’ volte Redavid- non c’e’ autocelebrazione: si racconta in un modo che certamente, ad esempio, non puo’ essere accattivante per uno spettatore di sinistra. Nel film c’e’ anche Ruby, durante un pranzo a casa di Lele Mora, la sua presenza e alcune cose che lei dice, come ci sono altre ragazze del gruppo delle ‘olgettine’, chi vede il film puo’ capire come sono andate le cose”.

ANALISI – Nel film, aggiunge il produttore e autore, “c’e’ un’analisi piu’ ampia, internazionale, sull’uso del corpo delle donne, su tanti capi di Stato esteri e il loro rapporto con le donne. In tv l’uso del corpo delle donne c’e’ da sempre, da ben prima di Lele Mora”. Temi, e termini, che riecheggiano la querelle tra il patron di ‘Striscia’, Antonio Ricci, e il gruppo L’Espresso sullo sfruttamento dell’immagine femminile, con la messa in onda a ‘Matrix’ , nel febbraio 2011, di ‘Il corpo delle donne 2’, a cura di ‘Striscia la notizia’, dove il titolo riprendeva quello del doc ‘Il corpo delle donne’ di Lorella Zanardo.

IL NOME – “Abbiamo scelto il titolo ‘Sexocracy’ proprio dopo il dibattito innescato da Ricci, diciamo che il nostro film si potrebbe anche intendere come un ‘Il corpo delle donne 3′”, ammette Redavid, assicurando che il suo ‘Sexocracy’ “non e’ stato finanziato da nessuno, e’ un’autoproduzione fatta con la mia rivista, ‘All Casting Magazine’. Anzi all’inzio pensavamo di farlo uscire in edicola, poi e’ diventato un prodotto piu’ cinematografico e abbiamo puntato sulle sale”. Dopo le anteprime di Roma e Milano, conclude Redavid, il docufilm uscira’ nel resto d’Italia.

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