Mestieri di merda: desperate consultants

Il “consulente” è uno dei nuovi mestieri che i gggiovanid’oggi sono costretti a fare. Ci sono decine di tipologie differenti, ma una cosa li accomuna tutti: sono sfruttati.

Fra i consulenti gira spesso questa storiella che rende bene l’idea di che tipologia di lavoro facciamo:

1- Lavori a degli orari bizzarri. (Come le prostitute)
2- Sei pagato per rendere felice il tuo cliente. (Come le prostitute)
3- Il tuo cliente paga tanto, ma è il tuo padrone che intasca. (Come le prostitute)
4- Sei pagato all’ora, ma i tuoi lavori arrivano fino a quando il lavoro è finito. (Come le prostitute)
5- Sei ricompensato se soddisfi le fantasie del cliente. (Come le prostitute)
6- Ti è difficile avere e mantenere una famiglia. (Come le prostitute)
7- I tuoi amici si allontanano da te e resti solo con gente del tuo tipo. (Come le prostitute)
8- E’ il tuo cliente che paga l’hotel e le ore di lavoro. (Come le prostitute)
9- Il tuo padrone ha una gran bella macchina. (Come le prostitute)
10- Il cliente vuole sempre pagare di meno e tu devi fare delle meraviglie. (Come le prostitute)
11- Quando ti alzi dal letto, ti dici: “Non posso fare questo per tutta la vita!“. (Come le prostitute)
12- Comunque va, te lo prendi sempre in quel posto.

Finito il momento simpatia passo a raccontarvi questo fantastico mondo.

La consulenza non è un mondo ben definito, esistono decine di tipologie di consulenti, c’è il consulente IT, quello di processo, quello strategico e via dicendo. Una sola cosa accomuna la quasi totalità dei consulenti: sono sfruttati.La mia esperienza personale e la miriade di consulenti con i quali sono venuto a contatto dimostrano e raccontano in parte questa realtà. Molto spesso da fuori siamo visti come “fortunati“, non lavoriamo in miniera, ovvio, molto spesso abbiamo un contratto e parecchi benefit, ma in realtà condividiamo tendenzialmente le stesse problematiche dei precari.Qualche tempo fa leggevo questo post su un blog che seguo spesso e in molte delle cose dette mi sono rivisto, ho rivisto le mie paure e le mie incertezze sul futuro.

DICIAMO LE COSE COME STANNO – Vi racconto come funziona questo fantastico mondo.Esci dall’università, nel mio campo siamo quasi tutti economisti e ingegneri gestionali, e cominci a guardarti intorno, mandi curriculum. Le società di consulenza (le principali: Accenture, Deloitte, Ernst&Young, Price Waterhouse Coopers, KPG e via dicendo) se hai una votazione decente sono le prime a contattarti. Fai i colloqui, se rendi bene e vedono che hai un profilo che si può adattare alle loro esigenze, ti prendono. Inizi come tutti con uno stage (dai 500 agli 800 euro mensili) e ti catapultano nel mondo del lavoro. La consulenza lavora su commesse, ovvero, su progetti presso altre società e vende le sue risorse (ovvero te…) al cliente per cifre iperboliche (dai 150 ai 1000 euro a g/U) per un tot di giornate. Vi faccio un esempio: la società X necessita di un determinato servizio e si rivolge agli esterni perchè al termine dell’erogazione del servizio non vuole altri dipendenti difficilissimi da licenzieare. Contatta un certo numero di società che gareggiano fra loro al ribasso. Vince chi offre il meglio a meno soldi. Preso il progetto la società di consulenza manda i suoi consulenti dal cliente. Tu stagista/apprendista entri in una società esterna, i cui dipendenti godono di tutti i benefici contrattuali, e non conti niente. Al termine del progetto vai via e ricominci da un altro cliente. Sempre così per anni.

CHE FAI NELLA VITA? –
La giornata tipo di un consulente ha un inizio (solitamente le 9 ma qualcuno anche le 10 se ha fatto la lunga il giorno prima) ma non ha una fine. Tu sei a completa ed esclusiva disposizione del cliente che ovviamente scarica su di te tutte le problematiche che lo investono, a qualunque ora. Solito esempio: cliente riceve mail dal suo capo alle 5 di pomeriggio (un’ora prima della fine dell’orario di lavoro) per una problematica con scadenza la mattina successiva. Il cliente preme il tasto forward e la gira a te, suo consulente, con due righe di spiegazione dicendo: “lavoraci su e domani per le nove la rivediamo”. Va da se che lui alle 6 esce e tu alle 11 stai ancora li a lavorare. Senza straordinari.

LA SITUAZIONE ODIERNA –
Con la crisi la situazione si è aggravata. I primi a cadere sono stati gli stagisti, poi i contratti di inserimento in scadenza e quelli di apprendistato. Agli altri è rimasta la patata bollente in mano. Classiche misure per limitare i costi quali ferie forzate, giornate di aspettativa “volontaria” non pagata e soprattutto aumento del lavoro e diminuzione delle risorse. Voi direte: “Sì ma che ti lamenti?? tu hai un lavoro!! pensa a quelli che non lo hanno”. Chiaro, bel discorso, mi piace. Ho un lavoro, si ho un lavoro che mi permette di uscire alle 9 tutte le sere, ho un lavoro che mi paga per 8 ore al giorno ma ne faccio 12, ho un lavoro che non ti da certezze, che non ti permette di coltivare altra attività che non siano il lavoro. Bello no? Il tutto condito da capi ipocriti che ti parlano di commitment e team building, da colleghi invitati ad andare via perchè poco produttivi, da sindacati inesistenti e impossibilitati ad intervenire, da weekend passati a lavorare, da stanze buie e non a norma, da certificazioni 626 e SA8000 elargite come se piovesse, da automi che dopo anni di consulenza sanno solo lavorare e via dicendo… E’ questo il migliore dei mondi possibili?

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