«Stiamo morendo, moriremo in mare», il disperato appello dal barcone alla deriva tra Libia e Tunisia

10/04/2019 di Enzo Boldi

C’è grande apprensione per il destino di venti migranti, questo il numero indicativo al momento, che si trovano in balia delle onde del Mediterraneo nel loro barcone di legno alla deriva tra Libia a Tunisia. Questa mattina, all’alba, Alarm Phone ha detto di aver ricevuto una richiesta di aiuto inoltrata anche a Malta, Tunisia e Italia dato che dalla Libia non è arrivata nessuna risposta – come già denunciato in diversi precedenti -. L’intervento richiesto è all’interno della zona Sar libica e proprio da lì è arrivata una disperata supplica da parte di uno dei migranti a bordo.

«Moriremo, moriremo tutti inghiottiti dalle acque del mare o in Libia o in Tunisia – dice un uomo a bordo del barcone di legno alla deriva nel suo messaggio per chiedere aiuto ad Alarm Phone, che raccoglie tutte le richieste che arrivano dal Mediterraneo -. Se non arriviamo in Italia noi moriremo, noi moriremo tutti».

L’appello disperato dal barcone alla deriva tra Libia e Tunisia

Il barcone alla deriva non è ancora stato individuato, ma le indicazioni di chi è a bordo lo hanno localizzato, all’incirca, in quella lingua di mare che separa la Libia dalla Tunisia. Nel frattempo la Ong Sea Watch ha iniziato a cercare quell’imbarcazione. Le autorità libiche, pochi minuti dopo la pubblicazione dell’ennesimo appello d’aiuto, ha dichiarato di aver iniziato le operazioni di ricerca: «Sono in corso sforzi per salvarli», ha detto all’Ansa Ayob Amr Ghasem, il portavoce della Marina libica da cui dipende la Guardia costiera.

Una situazione di paralisi paradossale

«È gravissima la denuncia di Alarm Phone sul barcone di Migranti alla deriva in queste ore nel Mediterraneo. Chi doveva essere informato, cioè le autorità di Tunisi, La Valletta e Roma, lo è da ore. Ma per quelle persone l’odissea non è ancora finita perché nessuno si è mosso. La politica dei porti chiusi, della guerra alle ONG e dei respingimenti è fallita. Dalla Libia non risponde più nessuno alle chiamate. L’Europa ripristini subito le missioni di salvataggio in mare o saremo responsabili nei prossimi giorni di migliaia di morti»,  afferma il deputato di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto.

(foto di copertina da filmato condiviso da Mediterranea Saving Humans)

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