Cesare Battisti ha ammesso quattro omicidi: «Era una guerra giusta, ora chiedo scusa alle vittime»

25/03/2019 di Enzo Boldi

Dopo anni in cui ha sempre negato le proprie responsabilità, Cesare Battisti ha ammesso di esser stato lui ad aver ucciso le quattro persone per cui è stato condannato all’ergastolo prima della fuga dall’Italia e la lunga latitanza conclusa nei mesi scorsi. L’ex terrorista dei Pac (Proletari armati per il Comunismo) ha chiesto scusa alle vittime e ai familiari, spiegando al pm di Milano di aver portato avanti la sua condotta criminale per seguire degli ideali che, all’epoca, erano visti come giusti.

«Quando ho ucciso per me era quella era una guerra giusta – ha detto Cesare Battisti durante il suo interrogatorio a Milano -. Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari delle vittime pur essendo cosciente di quanto ho contribuito a creare un’immagine di me assolutamente negativa per il mio modo beffardo di esprimermi». Così l’ex terrorista, catturato al termine di una lunga latitanza tra Brasile e Bolivia, dopo tanto silenzio ha ammesso al pm Alberto Nobili, responsabile dell’anti-terrorismo a Milano, che coordina le indagini sulle presunte coperture che l’ex terrorista dei Pac ha avuto durante la latitanza, che è stata la sua mano a uccidere quattro persone durante gli anni di piombo.

I quattro omicidi di Cesare Battisti

Cesare Battisti, è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso: quello del maresciallo degli agenti di custodia Antonio Santoro, ucciso a Udine il 6 giugno 1978, quello del gioielliere Pierluigi Torregiani e del commerciante Lino Sabbadin, che militava nel Msi, uccisi entrambi da gruppi dei Pac il 16 febbraio 1979, il primo a Milano e il secondo a Mestre. Infine l’uccisione dell’agente della Digos Andrea Campagna, assassinato a Milano il 19 aprile 1978.

«Nessuna copertura oscura dietro la mia fuga»

Quella negli anni ’70 era una «guerra civile e insurrezione armata contro lo Stato» e all’epoca, ha spiegato l’ex terrorista, «ci credevo tanto e come me tanti altri». Cesare Battisti ha poi negato di esser stato coperto durante la sua fuga e latitanza. Il pm ha spiegato che questa confessione è il segno di resa di Cesare Battisti, che ha riconosciuto la vittoria dello Stato italiano.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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