Lezzi straccia il contratto di governo: «La Flat Tax è una promessa che non si può mantenere»

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Le parole del ministro per il Sud acuiscono le distanze tra Lega e Movimento 5 Stelle

La domanda sorge spontanea: se i costi per realizzare e applicare la Flat Tax alle famiglie  sono così alti, perché inserire questo provvedimento all’interno del contratto di governo firmato non solo dalla Lega, ma anche dal Movimento 5 Stelle? Il Tesoro parla di un costo per le casse dello Stato da circa 60 miliardi di euro (59,3 per l’esattezza), ma Matteo Salvini presenta numeri di gran lunga inferiori: circa 12 miliardi. E mentre la battaglia di cifre prosegue tra ministro dell’Interno e Mef, il Movimento 5 Stelle si è schierato compatto contro questo provvedimento figlio del vecchio accordo pre-elettorale tra il Carroccio e Silvio Berlusconi.



«La Flat Tax per le famiglie è una promessa che non si può mantenere – ha detto il ministro per il Sud, Barbara Lezzi, a 24Mattino su Radio24 -. Il nostro Paese non può permettersi 60 miliardi per questa spesa. La Lega sostiene che non si tratti di tale cifra, ma se il Mef ha detto questo, non credo che abbia sbagliato». Un pensiero che è va sulla falsariga di quanto già espresso dall’altro firmatario del contratto di governo, il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio.

Anche Barbara Lezzi contro la promessa elettorale della Flat Tax

Promesse elettorali alla Berlusconi. Così questa mattina il capo politico pentastellato aveva definito le parole del suo socio di governo Matteo Salvini sulla Flat Tax alle famiglie. Sarà pure così, ma il contratto di governo che contiene un capitolo dedicato proprio a questo provvedimento è stato firmato anche da lui meno di un anno fa. In teoria, quando si programmavano gli eventi di questa legislazione, si doveva essere a conoscenza dei numeri per realizzare i piani di entrambi i membri della maggioranza.



Cosa c’è scritto nel contratto di governo?

E proprio in quel testo c’è scritto: «Il concetto chiave è ‘flat tax’, ovvero una riforma fiscale caratterizzata dall’introduzione di aliquote fisse, con un sistema di deduzioni per garantire la progressività dell’imposta, in armonia con i principi costituzionali. In particolare, il nuovo regime fiscale si caratterizza come segue: due aliquote fisse al 15% e al 20% per persone fisiche, partite IVA, imprese  e famiglie; per le famiglie è prevista una deduzione fissa di 3.000,00 euro sulla base del reddito familiare».  Il tutto è contenuto al capitolo 11 del ‘Contratto per il governo del cambiamento’.

 



(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)