Imane Fadil, l’ex deputata Pdl non ha dubbi: «Avvelenata dall’alta diplomazia del Marocco»

18/03/2019 di Redazione

Non ha dubbi Souad Sbai, giornalista ed ex deputata del Pdl, quando al governo c’era Silvio Berlusconi. Imane Fadil, la giovane ragazza di origini marocchine morta il primo marzo, è stata avvelenata. A causare la sua morte un mix di sostanze radiattive che la giornalista dice di conoscere molto bene, perché anche lei, in passato, ne è stata vittima. Nel corso dell’intervista rilasciata a Repubblica, Souad Sbai afferma che la morte di Imane Fadil potrebbe essere legata agli ambienti dell’alta diplomazia del Marocco.

Imane Fadil, l’accusa dell’ex Pdl all’alta diplomazia marocchina

«Purtroppo da noi non è una novità – afferma Souad Sbai, che è anche presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia -. Questa gente non si fa scrupoli. Ti fanno bere un bicchiere di qualcosa che è incolore e inodore, ma contiene qualcosa di simile al mercurio, cristallo acido. Sembra una malattia che ti rovina dall’interno, ma in realtà sei vittima di un avvelenamento. Chiedo al re del Marocco di chiarire questa situazione».

Secondo Souad Sbai, infatti, Imane Fadil avrebbe fatto parte di quella cerchia di ‘ragazze bellissime’, arrivate dal Marocco in Italia per fare degli stage presso l’ambasciata. Sono ragazze, stando alla descrizione della presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, che vivono in appartamenti di lusso e che mantengono un tenore di vita che non si sarebbero mai potute permettere con le proprie forze. Si tratterebbe di intrecci fatti di politica e sesso, che a volte possono diventare pericolosi.

Imane Fadil sarebbe stata avvelenata

«Conosco due ragazze – ha detto Souad Sbai – che hanno lasciato quel giro e sono venute da noi a chiedere aiuto, altre sono tornate in Marocco, ma prima o poi le trovano». In ogni caso, l’ex deputata del Pdl non ha dubbi sull’avvelenamento di Imane Fadil e sul possibile mandante dell’assassinio: «Ci sono responsabilità che vanno ricercate negli ambienti dell’alta diplomazia marocchina, con la quale Imane Fadil lavorava. Sono pronta a testimoniare. Del resto non è la prima volta che denuncerei alla procura il nostro ambasciatore in Italia».

FOTO: MATTEO BAZZI / ANSA

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