L’hijab sportivo che fa discutere la Francia

Un annuncio destinato, forse inevitabilmente, a far polemica. Decathlon, multinazionale francese leader dell’abbigliamento sportivo, ha annunciato che nel mese di marzo metterà in commercio, a partire dalla Francia, un hijab destinato a tutte le sportive musulmane. Il “velo sportivo” entra così a far parte di una strategia per attirare nuovi segmenti di clientela con prodotti studiati ad hoc per le esigenze religiose e culturali dei nuovi acquirenti. Ma la scelta di promuovere un hijab per permettere alle donne di allenarsi senza scoprire eccessivamente il volto, come indicato dal Corano, ha scatenato oltralpe non poche polemiche.

Hijab: la maggior parte delle forze politiche pronte a cavalcare la polemica

A dar fuoco alle polveri è stata immediatamente Lydia Guirous, portavoce de “Les Républicains”, partito di centrodestra neo-gollista fondato da Sarkozy nel 2015 che attacca senza mezzi termini l’iniziativa: «Decathlon si sottomette all’islamismo che non tollera le donne se non con la testa coperta da un hijab per affermare la loro appartenenza alla Umma (comunità dei fedeli n.d.r.) e la loro sottomissione agli uomini. Decathlon rinnega quindi i valori della nostra civiltà sull’altare del mercato e del marketing». Un’occasione, quella di andare all’attacco in nome delle radici “occidentali” della nostra civiltà che non poteva ovviamente non essere cavalcata anche dal Raggruppamento Nazionale, il partito di estrema destra guidato da Marine Le Pen che in una nota ha parlato di  «una nuova intrusione del ‘comunitarismo islamico‘ all’interno dello spazio pubblico». E la polemica non risparmia nemmeno il governo, guidato da Emmanuel Macron, con la ministra della Salute che si dichiara « lontana dalla visione della donna promossa dall’iniziativa» e aggiunge di essere infastidita da tutto ciò che promuove una differenziazione dei generi e che avrebbe preferito non vedere commercializzato il prodotto da un’azienda francese.

Hijab: la reazione di Decathlon alle polemiche

A riportare il clima lontano dallo scontro di civiltà, e più vicino alle necessità pratiche di alcune sportive, arriva poi il tweet della multinazionale che rassicura: « Non rinneghiamo nessun valore. Abbiamo sempre fatto del nostro meglio per rendere la pratica sportiva più accessibile per tutti. Questo hijab corrisponde a un bisogno di alcune runner, e noi rispondiamo quindi a questo bisogno sportivo».

Il prodotto è stato originariamente concepito per il mercato marocchino ed è già in vendita nel paese nordafricano. Dovrebbe sbarcare nel mercato francese fra pochi giorni, ma le polemiche, come era prevedibile, ne hanno anticipato la vendita.

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