Travaglio contro Salvini: «Indossa le divise per coprire i suoi fallimenti»

Una divisa per unire e nascondere il poco o nulla fatto nei primi sette mesi di governo. È questa la sintesi del Travaglio pensiero su Il Fatto Quotidiano di venerdì 1 febbraio. Nel suo editoriale dal titolo «Sotto il giubbotto niente», il direttore torna a parlare dell’episodio che ha visto Matteo Salvini passeggiare nel Transatlantico di Montecitorio con una giacca della polizia di Stato. Un gesto che ha fatto inalberare le opposizioni e creato un precedente mai avvenuto finora, ma il tema di Salvini in divisa è stato affrontato dal punto di vista sbagliato.

Ma quell’atteggiamento, sicuramente provocatorio, è sintomo di una grave insicurezza. «È stato l’ennesimo attestato di debolezza, tipico della sua concezione carnevalesca della funzione ministeriale – scrive Travaglio -. Siccome Salvini non riesce a fare quasi nulla di ciò che aveva promesso agli elettori, cioè non sa governare e neppure ci prova, getta fumo, annunci, proclami, dirette Facebook, felpe, ruspe e uniformi negli occhi di chi ci casca».

Salvini in divisa e il tranello alle opposizioni

Ma le opposizioni, come spesso capita, hanno sbagliato l’approccio critico contro Salvini in divisa, gettando l’attenzione sull’aspetto sbagliato e non sull’inconsistenza politica (e fattiva) del ministro dell’Interno. «Il Pd e la sinistra hanno subito abboccato all’amo, strillando all’attacco alle istituzioni, cioè spacciando quella visione tragicomica per una prova di forza». Reazioni che tendono a fortificare ancora di più il ‘fascino’ elettorale del leghista sul popolo italiano.

Travaglio: «Se risolvesse il problema sicurezza, Salvini non potrebbe parlare di altro»

I cittadini, infatti, vedono nel Salvini in divisa un loro salvatore, soprattutto per quello che dice dato che quello che fa e promette non sta avendo i riverberi aspettati. «La sicurezza richiede faticosi compromessi, noiose scelte politiche e un quotidiano lavoro diplomatico lontano dai riflettori – sottolinea Marco Travaglio -. Ma questa, volgarmente detta ‘amministrazione’, non fa per lui. Così come la sicurezza a cui preferisce la ‘rassicurazione’. Anche perché, se risolvesse almeno qualcun dei problemi legati all’immigrazione e alla sicurezza (che solo in parte coincidono), poi di cosa parlerebbe?». Nel suo editoriale, il direttore del Fatto sottolinea come le promesse dei 600mila rimpatri sono ancora lontane dall’essere mantenute, ma la percezione che Salvini dà di sé fa svanire questo dato, che è quasi fermo a zero. E se le previsioni parlavano di almeno 80 anni per completare quel proclama elettorale, ora si è passati a quasi cento anni.

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