Matteo Salvini lancia un appello: «La Francia ci restituisca i nostri latitanti»

Il Dipartimento di pubblica sicurezza ha fatto i conti: sono 27 i latitanti italiani rossi e neri sparsi per il mondo, e 12 sono in Francia. Dopo la cattura di Cesare Battisti il Governo è più che deciso a «riportarne indietro quanti pii possibile». E la palla passa alla Francia.

Terroristi da estradare: l’appello di Matteo Salvini

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini non ha dubbi: la Francia collaborerà e ci ridarà i nostri terroristi. «Sarà più che un appello – ha detto martedì – saremo convincenti. Se qualcuno protegge i terroristi, siano rossi, siano neri, siano bianchi, fa il piacere di restituirli all’Italia. Otterremo la galera per gli assassini che se la godono altrove». Molti sono fuggiti nei paradisi del Sudamerica: Bolivia, Brasile, Nicaragua, persino il Perù. Luoghi lontani e con governi non necessariamente predisposti verso l’Italia, a differenza di Macron. O almeno, cosi credeva Salvini.

Il dossier sui terroristi da estradare destinato alla Francia

Da ieri il Viminale sta mettendo a punto la nuova documentazione da presentare alla Francia. «Le richieste di estradizione che riceveremo nei prossimi giorni dalle autorità italiane saranno oggetto di analisi approfondite» ha dichiarato il ministero della Giustizia Francese, aggiungendo che la valutazione avverrà « caso per caso, come accade da una quindicina d’anni». I casi ancora aperti però risalgono agli anni prima del 1993, e si rifanno quindi alle normative classiche dell’estradizione, e non a quelle dell’arresto europeo. Che tradotto significa che le scelte da compiere sono per lo più mosse politiche. Anche perché, dopo tutto questo tempo, gli ex terroristi si sono costruiti una nuova vita oltralpe, fatta di documenti, lavoro, residenza. Come ad esempio Maurizio di Marzio che ha aperto un ristorante, o Giovanni Alimenti che traduce e insegna la lingua italiana, per non citare i “graziati” da Nicolas Sarkozy. Una battaglia che quindi non sarà cosi semplice come crede il governo italiano, ancora in post sbronza dopo l’arresto di Battisti. Anche perché dalla Francia rispondono: «non c’è nessuna lista». L’unica che sembra dare manforte al leader del Carroccio è Marine Le Pen. «Non possiamo più permetterci di considerare la Francia come un rifugio per coloro che hanno ucciso degli innocenti» ha dichiarato la leader della destra all’Adnkronos. E come si diceva prima, la scelta ora è solo politica.

(Credits immagine di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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