Caramelle, la canzone che parla di pedofilia e bocciata da Sanremo: «Come se la Rai volesse censurarci»

02/01/2019 di Enzo Boldi

Una forte delusione provocata dall’estromissione al più importante evento musicale italiano. Ma dietro la rabbia di Pierdavide Carone e dei Dear Jack non c’è solamente lo sconforto per la bocciatura, ma anche la frustrazione di chi ha provato a trasmettere – in parole e musica – un orrore che attanaglia il mondo: quello della pedofilia. ‘Caramelle’, la canzone presentata alle selezioni per Sanremo 2019 dal cantautore e dalla band romana, parla infatti delle violenze subite dai più piccoli. Un tema che, però, non ha convinto Claudio Baglioni a premiarli, lasciandoli lontani dal palco dell’Ariston.

«Delusi dall’eliminazione – spiega Pierdavide Carone – abbiamo deciso di farla uscire subito, senza programmare un lancio. Nulla. E nonostante fosse un brano assolutamente anti-natalizio». La canzone ‘Caramelle’ è stata lanciata poche ore fa su Youtube ed ha già raccolto numerosi apprezzamenti da parte di grandi voci della musica italiana, che hanno sostenuto Carone e i Dear Jack per questo loro brano di denuncia.

Pierdavide Carone: «Deluso da Sanremo e da Claudio Baglioni»

Dai Negramaro a J-Ax, passando per Giorgia, Ermal Meta, Nomadi, Tiromancino ed Elisa. tantissimi gli apprezzamenti a ‘Caramelle’. «Non lo potevamo prevedere – spiega ancora Pierdavide Carone -. Il nostro intento non è certo speculare su un trauma, ma denunciare un orrore, qualcosa che d’improvviso può sconvolgere la vita di chiunque». Ma la frustrazione più grande sarà quella di non portare questo messaggio sul palco di Sanremo 2019: «Sono molto deluso, in primis, da Claudio Baglioni – spiega Pierdavide Carone -. Con il direttore artistico del Festival c’era un rapporto di stima, abbiamo anche duettato insieme. È un cantautore, mi sarei aspettato più empatia visto il tema della canzone».

«Abbiamo avvertito un senso di censura dalla Rai»

Sconforto anche dall’altra parte in causa in questo duetto bocciato da Sanremo. «Non essere in gara al Festival è un grossa delusione – spiega Lorenzo Cantarini dei Dear Jack – e non perché credevamo di avere già il biglietto in mano. Abbiamo avvertito davvero un senso di censura da parte della Rai. Forse non era adatta per certi orari o per un certo tipo di pubblico? A riprova che la pedofilia è ancora un tabù».

(foto di copertina da profilo Facebook dei Dear Jack)

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