Da Belardinelli a Koulibaly, perché quelle di oggi non sono solo semplici partite

La tifoseria interista, e non solo, è in lutto. E con loro anche l’amore per il calcio. La giornata di oggi avrebbe dovuto essere l’occasione per riflettere sul valore di quello che resta un sport con un  pallone, sull’unità dei tifosi a prescindere dal colore delle bandiere o della pelle. Sono previste iniziative di solidarietà verso Daniele Belardinelli e Kalidou Koulibaly, ma già nella mattina gli scontri tra le tifoserie del Torino e del Bologna nell’autogrill vicino Firenze hanno macchiato quella che avrebbe potuto essere un’occasione di silenzio e riflessione

Daniele Belardinelli, gli striscioni in suo onore rimangono fuori dallo stadio

Sul sito della curva Nord di San Siro campeggia una sua foto con la scritta «Ciao Fratello». A parte i colori nero e blu della squadra, quello che la tifoseria inter vuole mandare è un messaggio universale, per salutare il tifoso che ha perso la vita negli scontri che hanno pre edito Inter-Napoli. Il 39enne ultrà del Varese, storicamente vicina a quelli della Curva Nord nerazzurri, è stato centrato da un Suv, il cui conducente è ancora ricercato, ma emergono dubbi che non avesse nulla a che fare con l’agguato teso dagli interisti ai tifosi napoletani. Proprio i napoletani si erano accorti di quell’uomo a terra agonizzante che sarebbe morto poche ore dopo: lesioni alla milza e all’aorta toracica, di fratture alle gambe e di ossa del bacino frantumate. Sempre la tifoseria Napoletana ha deciso di ricordarlo durante il match di oggi Napoli-Bologna- La Curva A e la Curva B saranno in lutto solidale per la morte del tifoso, anche se faceva parte “degli altri” e della sezione estrema dei “Blood Honour”. È il codice degli ultrà: ce le si può dare di santa ragione, ma se qualcuno muore diventa un martire di tutti. Anche la Lazio ha compiuto il suo gesto di solidarietà, svuotando la curva degli Irriducibili. La frangia più calda della tifoseria biancoceleste, gemellata con quella interista, non ha occupato il suo posto abituale in segno di protesta. Volevano esporre un messaggio in ricordo di Daniele durante la partita Lazio-Torino, ma quello striscione è rimasto fuori.

Napoli solidale anche con Kalidou Koulibaly

Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly è stato, nuovamente, oggetto di numerosi cori razzisti durante la partita Inter-napoli, alla fine della quale è stato espulso per aver provocatoriamente applaudito la curva opposta che fischiava contro di lui quando è stato ammonito dall’arbitro. Molte le polemiche, come se un un applauso contasse di più dei tanti minuti passati ad insultare una persona solo per il colore della pelle. Per questo oggi il 27enne senegalese guarderà il match Napoli-Bologna dagli spalti del San Paolo, che diventerà teatro di azioni solidali nei suoi confronti,  sul campo e fuori. I giocatori hanno chiesto l’autorizzazione della Lega Calcio di scendere in campo  con delle maschere con il volto di Koulibaly, mentre in alcuni settori delle tribune verranno distribuite anche centinaia di magliette con la foto del giocatore e lo slogan «Siamo tutti Koulibaly», proprio come il messaggio che ieri avevano mandato dei bambini di Castellammare.

Se l’unità arriva dopo la disgregazione

Sarebbe potuta essere una giornata diversa, relegando gli scontri solo dentro al campo da gioco. Una giornata in cui i tifosi avrebbero potuto limitarsi a qualche sfottò o al massimo a qualche gestaccio, forse. Avrebbe potuto essere una giornata in cui le tifoserie avrebbero deposto le armi di una guerriglia che non ha senso. Invece in mattinata, gli scontri tra le tifoserie del Torino e del Bologna in un autogrill, che hanno coinvolto anche un terzo pullman che non c’entrava nulla con la rissa, hanno ricordato che il mondo del calcio deve cominciare a guardare tra i suoi adepti. E distinguere tra chi ama il gioco, e chi ama la violenza.

(credits immagine di copertina: curvanordmilano.net ;  © Andrew Yates/CSM via ZUMA Wire)

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