Mai più ricette (mediche) incomprensibili

18/12/2018 di Enzo Boldi

I medici sono famosi per la loro scrittura veloce che porta molti pazienti (ma anche farmacisti) a inoltrarsi in una giungla fatta di simboli, parole che sembrano scritte in aramaico, linee e punti incomprensibili che rendono illeggibili le loro ricette. Ma dal prossimo anno tutto questo cambierà. Attraverso un documento ufficiale, redatto e firmato da Direzione generale della programmazione sanitaria e diffuso dal Ministero della Salute, si invitano i medici a utilizzare lo stampatello ed evitare simboli nella scrittura delle ricette per la somministrazioni dei farmaci.

È capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di ritrovarsi di fronte a una ricetta medica incomprensibile. Si esce dallo studio del proprio medico, si arriva in farmacia e ci si trova in un vicolo cieco. Cosa avrà voluto dire il mio dottore? È la domanda che spesso e volentieri affligge i pazienti alle prese con la furtiva calligrafia del proprio medico. Ma da adesso in poi la situazione dovrebbe migliorare. La direttiva del Ministero della Salute chiede a tutti i medici di utilizzare i caratteri in stampatello in luogo del corsivo, per rendere fruibili a tutti le proprie prescrizioni.

Ricette mediche solo in stampatello (o stampate)

Niente più fraintendimenti nel rapporto tra paziente e medico (quelli che ancora non si sono arresti al digitale e compilano a mano le loro ricette di prescrizione). «Le prescrizioni delle terapie farmacologiche – si legge nel documento diffuso dal Ministero della Salute -, comunque redatte (scritte a mano, prestampate, elettroniche) con particolare attenzione a quelle pediatriche. In caso di scrittura a mano è necessario usare lo stampatello. Sono comprese le prescrizioni verbali (anche quelle telefoniche) permesse in determinate situazioni purché disciplinate in apposita procedura aziendale».

Stop anche alle abbreviazioni

Oltre all’aspetto calligrafico – che, comunque, riguarda il singolo medico – il documento diffuso dal Ministero mette in luce un altro atavico problema delle ricette mediche, quello delle abbreviazioni. Da matita blu sarà l’utilizzo – stile sms – del «+» in luogo della versione estesa «più» che, unito alla celere scrittura a mano, potrebbe essere confuso con un «4», andando a rendere incomprensibile la prescrizione e il dosaggio del farmaco. Ma non solo, tra le tante indicazioni anche quella di non usare più il «½» per indicare il «mezzo» (o mezza), in quanto potrebbe essere confuso con l’indicazione terapeutica «1 barra 2». Stop anche alle indicazioni di dosaggio non chiare: non sarà più possibile affidarsi a «un cucchiaino» o «un misurino», ma dovrà essere indicata l’esatta posologia del farmaco.

(foto di copertina: ANSA/LUCA ZENNARO)

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