Hanno riso in faccia a Theresa May e lei ha rinviato il voto sulla Brexit

10/12/2018 di Redazione

È stata letteralmente presa a pesci in faccia. Il timore di un voto negativo per il governo di Theresa May su Brexit è stato confermato alla Camera dei Comuni. Il premier britannico ha perciò deciso di rinviarlo proprio per evitare una sconfitta che avrebbe avuto il significato della sua bandiera bianca in politica. Il tutto in un’insolita cornice di grasse risate e sfottò, tra i banchi dei rappresentanti dei comuni, con una Theresa May quasi balbettante nelle repliche del governo.

Theresa May rinvia il voto su Brexit

Il contesto era di quelli importanti. I 650 membri della camera bassa del Regno Unito, infatti, erano chiamati a esprimersi sull’accordo per l’uscita dall’Unione Europea che Theresa May aveva raggiunto con Bruxelles. Tra questi accordi c’è anche il contestatissimo backstop, ossia il regime speciale per l’Irlanda del Nord, che – per evitare un inasprimento del confine con la Repubblica d’Irlanda – rientrerebbe nel giro di un mercato comune europeo, fino a quando non si troverà una soluzione a lungo termine.

Si tratta di un punto che è stato molto contestato dai conservatori britannici che hanno quasi costretto Theresa May a tornare a bussare alle porte di Bruxelles, chiedendo di rinegoziare l’accordo. Una procedura difficilissima, perché dall’Unione Europea fanno sapere che non ci sono più margini di trattativa e che farà fede soltanto il patto raggiunto da Theresa May nelle scorse settimane.

Gli attacchi dalle opposizioni per Theresa May

Oggi, il premier britannico ha rinunciato a un confronto sui voti, scegliendo la strada della crocifissione politica. Durissimi gli attacchi subiti dagli avversari, primo fra tutti il leader del partito labourista Jeremy Corbyn, il quale ha ricordato: «La Gran Bretagna merita molto più di tutto questo – ha affermato nel suo discorso il leader labour -: il governo ha letteralmente perso la bussola sulla questione».

Altri attacchi sono arrivati da ogni seggio della camera dei comuni, che oggi si sarebbe dovuta esprimere. Invece, il voto è stato rinviato. Ma la scelta di Theresa May sa molto di temporeggiamento: a bocce ferme, il premier va incontro a una inevitabile sconfitta personale. Il tutto mentre si scopre che l’accordo con Bruxelles potrebbe persino arrivare a prevedere una risoluzione unilaterale del Brexit: la Gran Bretagna, a dispetto del referendum del 2016, potrebbe anche decidere da sola di rientrare nell’unione doganale, come se niente fosse accaduto. Una prospettiva che fa irritare ancora di più il popolo che aveva scelto l’uscita soltanto due anni fa.

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