Stadio della Roma: gli studi del Politecnico parlano di «quadro catastrofico», ma per la Raggi l’opera non rischia

06/12/2018 di Enzo Boldi

Pagare fior fiori di professionisti per una valutazione tecnica e accurata, attendere per mesi il loro parere, leggere che è contrario e fare spallucce. La letteratura attorno al tanto agognato Stadio dell Roma, aggiunge di settimana in settimana un nuovo romanzo a una vicenda che con il passare del tempo diventa sempre più grottesca. Duemilacinquecento e un giorni dalla presentazione del primo progetto, l’approvazione della fase preliminare da parte della giunta Alemanno, l’ok alla messa in terra della prima pietra da parte di Ignazio Marino, poi l’avvento del M5S con la revisione integrale del progetto e la diminuzione delle cubature. Queste le tappe principali (e istituzionali) di questo stadio che è diventato un’agonia – senza considerare le altre polemiche intercorse negli anni – a cui oggi si aggiunge il parere degli esperti del Politecnico di Torino pagati (profumatamente, come è giusto che sia) dal Comune di Roma – quindi dai cittadini – che prevedono un quadro catastrofico in termini di viabilità, leggendo le carte del nuovo progetto voluto dal Movimento 5 Stelle. Ma Virginia Raggi fa spallucce e dice che l’opera si farà.

La domanda più importante, arrivati all’ennesimo giro di boa di questa grottesca vicenda, è: che senso ha pagare – con i soldi dei contribuenti – uno studio di esperti se poi il loro parere viene declassato? Eppure, Virginia Raggi sembra avere le idee molto chiare sul progetto (contestato in campagna elettorale e poi fatto suo, al netto delle modifiche, nei mesi successi alla sua proclamazione al Campidoglio) e tirerà dritto. «Nessun allarmismo, questo studio non bloccherà il progetto Stadio della Roma», ha spiegato la sindaca.

Stadio della Roma, il rischio caos e paralisi nel parere degli esperti (pagati dal Comune)

Eppure la relazione non sembra aprire spiragli positivi attorno a questa vicenda. «Lo scenario in presenza di evento sportivo restituisce un quadro ‘catastrofico’. Sono molti gli interrogativi che accompagnano gli studi prodotti per questo intervento», si legge nel testo inviato al Campidoglio dal Politecnico di Torino. Gli elementi più critici riguardano il traffico. Nel primo progetto, quello che ha avuto l’ok di Alemanno e la bollinatura di Ignazio Marino, le cubature sui terreni di Tor Di Valle – poi finite al centro di altre discussioni tra eredi, tribunette in Ethernit, rischi idrogeologici e, per ultimo, il caso che ha portato all’arresto dell’imprenditore Luca Parnasi per corruzione – erano molto più elevate con un risultato ben definito: maggiore il numero di strutture tirate su attorno allo stadio e maggiori saranno le opere pubbliche al di fuori della struttura, per garantire la viabilità, a carico del presidente giallorosso James Pallotta.

Virginia Raggi fa spallucce e invita a non preoccuparsi

Con l’avvento del Movimento 5 Stelle al Campidoglio, però, le carte in regola sono cambiate: ridotte (di parecchio) le cubature e – di conseguenza – ridotti anche gli interventi sul suolo pubblico (ma a carico del privato, James Pallotta e la sua azienda) per garantire una viabilità in regola con il traffico che deriverebbe dalla presenza dello Stadio della Roma in quella zona. Niente più ponti o strade per collegare quel pezzo di terra sulla via Ostiense al resto della città, quindi. E il parere del Politecnico di Torino è molto critico proprio su queste modifiche del progetto, fortemente volute (e richieste) da Virginia Raggi e dalla maggioranza pentastellata al Campidoglio. Parere negativo, ma ora se ne può fare spallucce.

(foto di copertina: ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

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