Picchiato davanti a tutti in pieno giorno a Milano perché omosessuale, la denuncia su Facebook

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Sul web mostra il volto gonfio dalle botte, con una «frattura scomposta della mascella per la quale dovrò essere operato e mi sarà messa una piastra di titanio per tutta la vita»

Picchiato, insultato, con la mandibola rotta, in pieno giorno sotto lo sguardo indifferente dei passanti. Tutto perché omosessuale. È successo a Samuele Vegna, studente di Savona iscritto a Giurisprudenza a Bocconi. Lui ha raccontato su Facebook l’accaduto.



Picchiato alla fermata dell’autobus, nessuno si ferma ad aiutarlo

«Oggi vi vorrei raccontare una storia, che chiunque può condividere e che purtroppo è la realtà e non una delle solite fake news» comincia amaramente il post di Samuele, che in poche ore è diventato virale. «Tre giorni fa all’ora di pranzo sto andando a lezione e aspetto il tram a Porta Romana come ogni giorno, quando un ragazzo che non conosco mi urta mentre era al cellulare e non si è scusato. Così gli ho detto “guarda dove vai!”. Mi guarda e mi dice “frocio di me.r.da cosa vuoi” e continua ad insultarmi, sputandomi più volte addosso davanti a tutti, in pieno centro a Milano» racconta il ragazzo. Un attacco a voce alta, in pieno giorno, ma «nessuno fa nulla, nessuno reagisce; decido di andarmene, per evitare altri problemi». A nulla però è valso allontanarsi, perché l’aggressore lo segue dicendogli «ti seguo fino a casa sai!». Samuele gli risponde con «guarda, io sto solo andando a lezione, tu cosa diavolo vuoi da me?», scatenando la violenza del suo aggressore. «Mi sbatte a terra, tirandomi due pugni in faccia e poi un calcio su un fianco. Io provo a difendermi e cerco aiuto e la gente accorre ma non c’è nessun agente con il “beneamato” taser, nessuno lo ferma nella sua fuga, nessuno si è offerto di testimoniare per me, ancora» si legge. Samuele però dice di essere perfettamente in grado di riconoscere il suo aggressore:«La sua faccia resta indimenticabile. Il risultato fisico di tutto questo è come potete vedere, una faccia gonfia perché c’è una frattura scomposta della mascella per la quale dovrò essere operato e mi sarà messa una piastra di titanio che ci rimarrà per il resto della mia vita, oltre alle numerose ferite sulle ginocchia e a un grosso livido sul fianco sinistro» spiega nel post corredato da una fotografia del suo volto visibilmente tumefatto e gonfio.



Picchiato perché gay, «Il risultato è la paura di essere omosessuale»

Le ferite però non si limitano al fisico. Samuele racconta di aver avuto molta paura di tornare nei giorni successivi a prendere l’autobus alla stessa fermata dove è stato gratuitamente picchiato, e che aveva pensato di non raccontare nulla a nessuno, fingendo che le sue ferite fossero il risultato di una brutta caduta dalle scale. «Il risultato è la paura che se sei omosessuale – continua nella sua riflessione-  se hai capelli tinti argento e una voce come la mia dalla quale capiscono tutto, hai paura di venir picchiato da chiunque ormai dopo un fatto del genere, se esprimi te stesso o se dici un semplice “guarda dove vai”».

Poi, il ragazzo ha riflettuto e deciso che non poteva restare in silenzio davanti a tanta violenza:«Io so di non essere solo, so che si può e si deve combattere l’omofobia. L’Italia può essere migliore, l’Italia di quelle persone che in qualche modo sono accorse e almeno lo hanno fatto fuggire con la loro presenza, è anche di questo che si ha bisogno. Il silenzio serve solo a peggiorare le cose, dentro di te e con chi ami e ti chiede perché tu stia male. L’Italia può essere migliore, il populismo con cui veniamo infettati ogni giorno da parte di certi politici che predicano razzismo e valori che esistono solo per loro, per fini di sola propaganda, non ci appartiene. L’odio non ci appartiene».



Samuele ha deciso di raccontare la sua storia pubblicamente, mettendoci il nome e la facciata anche se con i lividi, e fa una promessa: «Io ho deciso che tornerò a prendere il tram a quell’ora, io andrò a lezione e vivrò la mia vita nella normalità perché adesso sono più forte».

(credits immagine: la foto condivisa da Samuele Venga sul suo profilo Facebook)