Quando Salvini protestava contro la rateizzazione del debito della Lazio di Lotito

19/09/2018 di Enzo Boldi

Era il 23 marzo 2005 e un giovane e sbarbato Matteo Salvini, ma con indosso una delle sue tante e ormai famose felpe, si trovava in via Rosellini (a Milano) per protestare. Il motivo della sua mobilitazione – e di tutta la Lega Nord, di cui ancora non era il leader – era la rateizzazione del debito concessa alla Lazio del neo-presidente Claudio Lotito. Una presa di posizione che ora, alla luce dell’accordo con la Procura per il pagamento a rate dei 49 milioni di euro frutto della truffa rimborsi elettorali, fa emergere una vistosa ipocrisia.

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«I cittadini del Nord sono contrari a qualsiasi ipotesi di decreto spalmadebiti per le società di calcio – tuonava l’allora europarlamentare leghista Matteo Salvini, brandendo megafono -, e anche a quelle norme che hanno consentito alla Lazio di Lotito di dilazionare i suoi  debiti con il fisco». Davanti alla sede della Lega – calcio, questa volta – un piccolo gruppetto di militanti del Carroccio stava inscenando una protesta condita da cori e striscioni.

Matteo Salvini Lazio, quando la Lega protestava contro lo spalmadebiti

«Il calcio paghi tutti i suoi debiti, nessuno sconto ai signori del pallone», recitava lo striscione con cui i manifestanti della Lega, guidati da Salvini, stavano attendendo l’arrivo del Presidente Claudio Lotito. Lo stesso leader del Carroccio, come riporta un’agenzia Ansa dell’epoca ripresa da Repubblica, ha poi proseguito il suo attacco contro la rateizzazione del debito della Lazio: «Le norme fiscali che prevedono sconti o dilazioni nei confronti del fisco vanno cancellate. Cancellate per tutti a prescindere dal calcio. Al piccolo imprenditore – ha aggiunto Salvini – i debiti fiscali non li toglie nessuno».

Matteo Salvini Lazio, il debito rateizzato della Lega

Il debito con il fisco italiano della Società Sportiva Lazio, che era stata acquistata meno di un anno prima dopo la gestione Cragnotti e il crac della Cirio, era stato rateizzato grazie a una legge fatta dal governo Berlusconi che ha consentito al club di Lotito di spalmare il debito di 140 milioni di euro in 23 anni. La dilazione della Lega, invece, dopo l’accordo con la Procura, sarà in circa 80 anni e a rate da 100 mila euro a bimestre.

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