Nonna Peppina torna a casa, ma non è merito di Salvini

06/09/2018 di Enzo Boldi

Nonna Peppina, la 95enne simbolo del terremoto nelle Marche, è finalmente rientrata nella propria casa di San Martino di Fiastra, piccolo comune in provincia di Macerata. La donna era stata obbligata a lasciare la casetta di legno costruita dalla sua famiglia per farla rimanere vicino alla sua abitazione storica, resa inagibile dopo le violenti scosse che hanno colpito il centro Italia nel 2006, a causa della norma sulle autorizzazioni paesaggistiche. In pratica, la casa provvisoria era considerata abusiva.

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Una storia che aveva attirato l’attenzione dei media italiani e internazionali. La burocrazia sull’abusivismo edilizio, infatti, non si era piegata di fronte alla tragedia del terremoto e dopo un lungo tira e molla Nonna Peppina, al secolo Giuseppa Fattori, era stata obbligata ad abbandonare la sua casetta di legno e andare a vivere a casa della figlia Gabriella, prima di alcuni ricoveri in Ospedale a causa di alcuni problemi fisici. Ma ora la burocrazia è stata superata e anche Matteo Salvini ha esultato su Facebook per questa «sua vittoria».

Nonna Peppina, il decreto che le riconsegna casa è firmato Gentiloni

Ma è stata una vittoria di Salvini? In realtà, il provvedimento che ha permesso alla 95enne (96 li compirà il 26 novembre) di rientrare nella sua casetta di legno vicino alla sua abitazione è stato firmato dall’ex Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che aveva inserito, nel novembre 2017, la norma «Salva Peppina» nel dl sul fisco. Lo chalet di legno della donna si San Martino di Fiastra, rientrava tra le costruzioni provvisorie slegate dai vincoli paesaggistici in caso di emergenza.

Cosa prevede l’emendamento «Salva Peppina» firmato da Gentiloni

Inserito tra le misure del decreto sul fisco, il provvedimento prevede che le case costruite in caso di «obiettive esigenze contingenti e temporanee in edilizia libera non vengano più rimosse nel termine dei 90 giorni. Chi ci vive può rimanervi finché la propria abitazione non sia completamente resa agibile e comunque non prima dell’assegnazione di una soluzione abitativa di emergenza».

(foto di copertina: ANSA/GABRIELLA TURCHETTI)

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