Di Maio vuole dare lezioni a chi «fa le sfilate politiche» sul ponte della nave Diciotti

Luigi Di Maio aveva appena terminato quella che, in base al suo ragionamento, può essere definita una «sfilata politica»: la fiaccolata delle istituzioni accanto ai terremotati di Amatrice. Un momento che, per definizione e per volontà degli stessi amatriciani, è avvenuto lontano dalle telecamere. Quelle stesse telecamere che, soltanto una settimana fa, avevano immortalato Matteo Salvini, suo collega di governo, mentre si faceva scattare un selfie al funerale di Stato delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova.

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Eppure, per il leader del Movimento 5 Stelle a essere patetici sono quelli della vecchia politica che «fanno le sfilate sul ponte della nave Diciotti e che non c’erano quando bisognava estendere il cordoglio delle istituzioni alle vittime di Genova». Insomma, passerelle di serie A e passerelle di Serie B.

Di Maio passerelle, ma possono essere definite tali?

Di Maio vorrebbe dare una lezione, vorrebbe sottolineare come l’esposizione dei politici in eventi drammatici sia da evitare. Ammettendo anche che abbia ragione, il continuo marciare di uomini del governo sulle macerie del ponte di Genova, cercando le telecamere, giocando a chi la spara più grossa per avere una maggiore visibilità sui media, basterebbe da solo a smentire il suo ragionamento.

Perché quella sul ponte della Diciotti dovrebbe essere considerata «sfilata politica» e non un modo per dare conforto a 150 esseri umani privati di qualsiasi libertà sul ponte di una nave? L’uscita di Luigi Di Maio non è piaciuta. Ed è stata fortemente criticata dalle persone che, direttamente o indirettamente, il ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ha attaccato.

Laura Boldrini lo ha definito, con un post sui social network, «patetico»: «Se le istituzioni sono presenti nei luoghi dei disastri fanno la passerella – ha affermato l’ex presidente della Camera -, se non vanno sono degli insensibili, distanti dal dolore delle persone. Una regola che, però, vale solo per gli altri, non per lui».

Laura Boldrini, poi, ha ricordato la vicinanza del mondo delle istituzioni ai terremotati di Amatrice anche e soprattutto nel corso della passata legislatura: «Nella scorsa legislatura – ha continuato la deputata di Liberi e Uguali -, infatti, sebbene fosse vicepresidente della Camera non l’ho visto in molti funerali dove sono morti tanti nostri connazionali o nelle ore più drammatiche del terremoto, quando ancora i vigili del fuoco scavavano tra le macerie per cercare persone ancora vive. Dov’era Luigi Di Maio? Ma è ovvio, a fare le dirette facebook sul nulla, la stessa cosa che continua a fare ora che è agli ordini di Salvini. Un ministro che usa questi argomenti per nascondere la sua inadeguatezza e quella dell’esecutivo deve fare solo una cosa: vergognarsi».

FOTO di repertorio: ANSA / CESARE ABBATE

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