Terrorismo, Internet e UE: la Commissione prepara nuovi regolamenti sulla spinta di Macron

La Commissione Europea avrebbe intenzione di proporre un nuovo regolamento attorno al concetto di «propaganda terrorista» sul web. L’anticipazione è stata data dal quotidiano britannico Financial Times, che sottolinea come la volontà di Bruxelles sia di chiedere ai giganti di internet  – Facebook, Google/YouTube e Twitter – di intensificare i controlli ed eliminare entro un’ora dalla segnalazione della polizia o di altri organi investigativi i contenuti ritenuti pericolosi in tema di sicurezza.

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Eppure le grandi piattaforme della Rete avevano già adottato una politica volontaristica, autoregolamentata, che secondo Julian King, Commissario europeo per la sicurezza, non sarebbe stata sufficiente. La proposta dovrebbe esser pronta e votata nella seconda metà di settembre e sarebbe un vero colpo di frusta per i vari Facebook, Google/YouTube e Twitter – ma anche per realtà più piccole, con minori possibilità economiche – che dovrebbero aumentare gli investimenti in questo settore per non incorrere in multe.

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Un nuovo regolamento che, però, non è in linea con quanto dichiarato alcuni mesi fa in un rapporto della Corte dei Conti europea, in cui sottolineava che «la Commissione non è in grado di dimostrare la reale efficacia delle singole azioni intraprese» nella lotta alla diffusione di immagini, video o testi legati a una propaganda di tipo terrorista. Cosa che, invece, secondo quando scritto dal Financial Times, ora pretenderebbe dalle piattaforme del Web.

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Ma perché la Commissione ha deciso di fare questo giro di vite? Secondo Politico.eu, dietro a questa accelerazione ci sarebbe il presidente francese Emmanuel Macron che, in vista delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo in programma nel maggio 2019, vorrebbe rivedere anche le direttive Ue sull’e-commerce. Insomma, in vista di una revisione dei contributi – perché, a prescindere da tutto, sono sempre i soldi a muovere qualsiasi decisione – che le piattaforme cosiddette «Big Tech» devono e dovranno versare, la Commissione Europea, spinta dal vento del governo francese da sempre in prima linea nella battaglia contro i giganti del web, inizia a mettere i primi tasselli, anzi bastoni tra le ruote ai giganti di Internet. Ci aspetta un autunno caldissimo, perché Facebook, Google, Twitter e anche le realtà più piccole non resteranno di certo a guardare in silenzio.

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