La nave Diciotti della Guardia Costiera italiana con 177 migranti non sa dove sbarcare

17/08/2018 di Redazione

Sotto traccia, visto che tutte le attenzioni sono concentrate sulla vicenda di Genova e del crollo del ponte Morandi, c’è la nave Diciotti della Guardia Costiera italiana con 177 migranti a bordo che sta facendo avanti e indietro nelle acque maltesi e italiane perché non riesce a trovare un porto sicuro in cui sbarcare.

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Nave Diciotti, perché ha a bordo 177 migranti e perché litiga con Malta

La Guardia Costiera del nostro Paese ha salvato 190 migranti su un barcone in avaria. Lo Stato italiano sostiene che il salvataggio sia avvenuto in acque maltesi. Malta, invece, replica che – essendo la nave della Guardia Costiera – deve essere l’Italia il porto sicuro all’interno del quale approdare. Nel frattempo, 13 persone sono state portate sulla terraferma per ricevere assistenza medica (erano i casi in emergenza sanitaria), mentre ci sono – dalla notte tra mercoledì e giovedì – 177 persone a bordo che non conoscono il loro destino.

Un rimpallo di responsabilità che non ha precedenti. Anche perché qui non si tratta di navi delle ong, ma di una imbarcazione della Guardia Costiera italiana che è occupata anche in missioni di salvataggio internazionali, secondo gli accordi di Dublino. «L’Italia non ha appigli legali per chiedere a Malta di fornire un porto sicuro per questo ultimo caso, scrive il governo maltese – hanno fatto sapere da La Valletta, in una nota pubblicata dal ministro degli Interni Michael Farrugia -. Il porto sicuro più vicino è Lampedusa: il barcone, che procedeva nella navigazione senza dare segnali di difficoltà, ha rifiutato l’aiuto della Marina maltese, che stava monitorando l’imbarcazione lungo il suo tragitto all’interno della zona di ‘Search and Rescue’ (Sar) maltese, insistendo di voler proseguire il viaggio verso la sua destinazione finale, cioè l’Italia».

Nave Diciotti, il ruolo dell’Unione Europea

D’altro canto, l’Italia ritiene che il salvataggio, essendo avvenuto in acque maltesi, debba essere a carico della piccola isola del Mediterraneo. Intanto l’Unione Europea resta a guardare, in attesa che si possa trovare una soluzione: «Seguiamo la vicenda molto da vicino – ha fatto sapere il portavoce della commissione per la Migrazione Tove Ernst -. Per ora non vi sono accordi tra la Commissione e gli Stati membri per una eventuale redistribuzione dei migranti a bordo della nave Diciotti». Che intanto continuano la loro odissea in mare. Nell’indifferenza generale.

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