Dalla Sicilia alla Toscana: quali aree scompariranno sotto il Mediterraneo

05/07/2018 di Redazione

Sono sette le nuove aree costiere italiane a rischio inondazione per l’innalzamento del mar Mediterraneo. Si tratta di zone in Abruzzo, Puglia, ma anche Sicilia, Sardegna e Toscana.

A rilevarle è stata l’Enea, ente pubblico di ricerca italiano che opera nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie.

L’Enea stima una perdita di decine di chilometri quadrati di territorio dell’Italia entro fine secolo. Salgono così a una ventina in totale le aree costiere in pericolo a causa dei cambiamenti climatici e delle caratteristiche geologiche del nostro Paese.
I risultati sono stati presentati durante il workshop “Cambiamenti climatici e innalzamento del livello del Mar Mediterraneo. Recenti sviluppi della ricerca italiana e implicazioni per le politiche gestionali”. Nel lungo lavoro si è studiato l’innalzamento del Mar Mediterraneo, connettendo i campi dell’oceanografia, della geologia, della geofisica e delle scienze costiere applicate.

MARE MEDITERRANEO: QUALI SONO LE ZONE A RISCHIO INONDAZIONE

Secondo l’Enea le nuove sette aree sono quelle di Pescara, Martinsicuro (Teramo e la foce del Tronto), Fossacesia (Chieti), Lesina (Foggia), Granelli (Siracusa), Valledoria (Sassari) e Marina di Campo sull’Isola d’Elba. Le altre aree già individuate riguardano quella compresa tra Trieste, Venezia e Ravenna, il golfo di Taranto, Oristano e Cagliari; ma anche la Versilia in Toscana, Fiumicino e Fondi nel Lazio e la zona dell’Agro pontino, mentre in Campania il rischio ricade sulla piana del Sele e sul Volturno, in Sicilia sull’area di Catania e alle Isole Eolie. Alla giornata di lavoro sul clima, organizzato dall’Enea, prendono parte esperti italiani e internazionali tra cui il ministero dell’Ambiente, il Mit di Boston, il Cnr, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), l’Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia), il Cmcc (Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici); al convegno è stato presentato un nuovo modello climatico su cui Enea sta lavorando in collaborazione col Mit, e che integra con un supercalcolatore dati oceanografici, geologici e geofisici per ottenere previsioni sull’innalzamento del mar Mediterraneo più dettagliate e a breve termine.

(In foto Fossacesia, Chieti. una delle zone a rischio inondazione. ANSA)

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