Di Maio rincorre Salvini e diventa più sovranista e protezionista

27/06/2018 di Redazione

Un’apertura ai dazi e una richiesta all’Unione Europea di una maggior tutela dei prodotti agricoli italiani, nelle stesse settimane della rincorsa di Matteo Salvini nella sfida all’Europa. È la svolta protezionista e sovranista di Luigi Di Maio, nuovo protagonista del neotrumpismo all’italiana, che ieri è intervenuto davanti alla platea di Confartigianato sottolineando di voler «difendere al massimo il Made in Italy» e spingere l’Europa «a fare qualche sforzo in più». A raccontare la linea del ministro di Sviluppo Economico e Lavoro è oggi il quotidiano La Stampa in un articolo a firma di Ilario Lombardo, che parla di una strategia «che offre di nuovo confini e protezione contro le maglie larghe più larghe dell’Ue».

Di Maio come Trump e Salvini sfida L’Europa, il leader M5S sovranista e protezionista

Il presidente americano Donald Trump sembra essere un modello ma soprattutto, sulla questione dei dazi, un alleato del governo M5S-Lega per chiedere nuove regole sul mercato unico. Un primo vero approccio c’è stato all’ultimo G7, in Canada. Il premier Giuseppe Conte è stato l’unico tra i leader europei a corteggiare l’inquilino della Casa Bianca e a lasciare aperto uno spiraglio alla politica statunitense dei muri commerciali. «Non ho detto che voglio mettere i dazi, ma non devono essere più un tabù», ha detto ieri ancora Di Maio, che sul tema del protezionismo sembra in grado di conquistare la scena a svantaggio dell’alleato-rivale Salvini. Mentre il leader della Lega incassa visibilità (e consensi) sulla gestione dei flussi dell’immigrazione, il capo politico del M5S lo fa con una materia di competenza del ministero dello Sviluppo Economico. Prima ha annunciato sanzioni per le aziende che ricevono finanziamenti pubblici e delocalizzano all’estero, ora arrivano gli annunci sui dazi e sui Paesi «che minacciano le nostre specialità con prodotti a basso costo». Di Maio dice che con loro dovremmo «chiudere». I suoi consiglieri confermano l’impostazione.

Il deputato Lorenzo Fioramonti, economista che il M5S aveva proposto per lo Sviluppo Economico nella lista dei ministri annunciata prima delle Elezioni Politiche, parlando delle nuove misure dell’Ue per la protezione afferma: «Ben vengano riforme più compatibili con le produzioni locali, a misura d’ambiente e a svantaggio di quelle internazionali». Non mancano le contraddizioni. La Dimaionomics, conclude Lombardo sulla Stampa, fa intravedere una nuova forma di protezionismo, che poi scivola su una liberalizzazione che premia i colossi del web in un mercato che risulta poi dannoso per molte aziende nazionali. Molto è ancora da scrivere.

(Foto di copertina da archivio Ansa)

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