Monica Cirinnà è stata bloccata su Twitter dal ministro Fontana

07/06/2018 di Redazione

Ai tempi del governo giallo-blu, succede anche che una senatrice della Repubblica venga bloccata su Twitter da un ministro. L’appello è stato lanciato da Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili ed esponente del Partito Democratico. A bloccarla è stato il ministro per la Famiglia e per la Disabilità Lorenzo Fontana. Ovviamente, si tratta di due personalità politica dalla profonda diversità di vedute, ma arrivare fino a questo gesto estremo sembra davvero fuori luogo.

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Monica Cirinnà bloccata su Twitter dal ministro Fontana

Incomprensibile la scelta per il ministro della Famiglia. Specialmente rispetto a quello che è successo martedì scorso, in occasione del voto di fiducia al Senato. In quella circostanza, nonostante la diversità di vedute, la Cirinnà si era recata presso i banchi del governo per porgere la mano al ministro per la Famiglia che, poco dopo l’annuncio del suo ingresso all’interno della squadra di governo, aveva dichiarato che le «famiglie gay non esistono».

«È l’amore che crea una famiglia» – aveva scritto la Cirinnà sulla maglietta che indossava il giorno del voto di fiducia al Senato e, con questa stessa maglietta, era andata a salutare il ministro della Famiglia. Il gesto sembrava piuttosto distensivo e la situazione è sembrata sin da subito molto rilassata, dal momento che gli scatti fatti in Parlamento mostravano due persone sorridenti e all’apparenza cordiali.

Monica Cirinnà bloccata da Fontana, il tweet e la difesa dei colleghi del PD

Eppure, il ministro Fontana ha deciso di bloccare la senatrice Cirinnà su Twitter. Questo fatto è stato subito segnalato dalla diretta interessata: «Il Ministro Fontana mi ha bloccata su Twitter – ha scritto la Cirinnà – Pensavo di aver fatto un bel gesto nel presentarmi e nel salutarlo! Forse teme #ParoleOstili». Il tutto corredato dalla schermata che mostra inequivocabilmente il blocco sul social network.

Immediata la solidarietà di larga parte del Partito Democratico. Il più accanito di tutti è Ivan Scalfarotto che ha dedicato almeno tre tweet alla vicenda.

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