Giuseppe Uva, ennesimo mistero italiano. Non ci sono colpevoli per la sua morte

31/05/2018 di Redazione

Chi ha ucciso Giuseppe Uva? Nessuno, almeno a sentire la Corte d’appello di Milano che ha confermato la sentenza di primo grado e ha assolto i due carabinieri e i sei poliziotti imputati accusati di omicidio preterintenzionale.

LEGGI ANCHE > IL LEADER DEL SINDACATO DI POLIZIA, DEPUTATO DELLA LEGA, CONDANNATO PER UN POST CONTRO ILARIA CUCCHI

L’accusa aveva chiesto per tutti una condanna a 13 anni di carcere.

Uva è morto per un’aritmia cardiaca in una caserma dei carabinieri di Varese il 15 giugno 2008.

Sul corpo erano presenti segni di percossa, che secondo l’autopsia non possono essere riconducibili direttamente al decesso dell’uomo ma che sono rientrati in quella “tempesta emotiva” che ha portato all’aritmia.

Anche sul testimone chiave, Alberto Bigioggero, sono piombate grosse incognite sul suo stato mentale ma ha sempre confermato la sua versione iniziale. L’amico di Uva, quando è scattato il fermo dei carabinieri la notte del 14 giugno, ha sentito dire da un carabiniere: “Proprio te cercavo, questa notte non te la faccio passare liscia”.

Il “reato” contestato a Uva è di avere avuto una relazione con la moglie dell’uomo delle forze dell’ordine.

L’avvocato della Difesa Duilio Mancini ha sintetizzato la posizione dei suoi assistiti, puntando il dito contro Bigioggero: “Fa rabbrividire che la vita degli imputati rischi di essere distrutta dalle farneticazioni di questo personaggio, parricida reo confesso (ieri è stato condannato a 14 anni di carcere per l’omicidio del padre, ndr). Questo testimone ha avuto una serie impressionante di ricoveri per problemi psichiatrici, è tossicodipendente e facilmente suggestionabile. Si è calato nel ruolo di protagonista principale partecipando a numerose trasmissioni televisive e alimentando con le sua calunnie il processo mediatico“.

La nipote di Giuseppe Uva, Angela, ha espresso profondo rammarico per la sentenza: “La legge non è uguale per tutti. Sono anni che infangate il nome di mia madre e di mio zio e non avete mai avuto rispetto della nostra famiglia”.

(Foto credits: Ansa

Share this article