Selvaggia Lucarelli spiega l’attuale stallo politico con Liberato e Young Signorino

31/05/2018 di Redazione

Quale modo migliore per rendere più pop l’attuale stallo di governo? La giornalista del Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli ha provato a spiegarlo con la nascita di due fenomeni dei social network, Liberato e Young Signorino. In modo particolare, il primo – dall’identità segreta e ignota – può essere paragonato al «gruppo Bilderberg: chicchieratissimo, ma nessuno sa chi sia». Il secondo, sempre secondo la blogger, «ha uno spessore culturale che fa rivalutare positivamente le poesie di Sandro Bondi».

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Selvaggia Lucarelli spiega Liberato e Young Signorino

Entrambi, in ogni caso, «sono la perfetta rappresentazione di questa crisi istituzionale, allo stesso modo in cui Cesare Ragazzi è stato la rappresentazione del Berlusconismo». Selvaggia Lucarelli apre alla possibile identità di Liberato, da ricercare all’interno delle mura del carcere di Nisida. La blogger riporta, infatti, un colloquio informale con Maurizio De Giovanni che, all’interno di quella struttura, organizza corsi di scrittura creativa. Lo scrittore non dà una risposta precisa, ma sembra lasciar intendere qualcosa con la sua risposta: «Quella di Liberato è una storia molto dura e complicata», affermazione che equivale a una mezza ammissione.

Young Signorino – come riportato dalla Lucarelli – invece chiede di essere chiamato Figlio di Satana e cerca di imporre questa visione anche agli affetti a lui più cari, compreso il figlioletto di due anni (avuto quando Yong Signorino ne aveva 17). Anche la sua sembra essere una storia di straordinario disagio: a 20 anni è andato in coma per abuso di farmaci, un’esperienza che lui ha descritto come «divertente», perché voleva valutare la possibilità di «cambiare personalità». Insomma, secondo Selvaggia Lucarelli, «c’è il sospetto che l’abbia fatto per vedere se riusciva a diventare Maurizio Martina».

Selvaggia Lucarelli spiega Liberato e Young Signorino, l’amara riflessione

Al di là dei paragoni ironici con l’attuale situazione politica italiana, l’analisi di Selvaggia Lucarelli lascia al lettore un sentimento di amarezza, constatando la situazione del panorama musicale di casa nostra. Se con Liberato si può comunque parlare, in qualche modo, di una forma d’arte – sebbene gonfiata a dismisura dall’alone di mistero che circonda la sua figura, saggia operazione di marketing a livello mediatico -, per Young Signorino (numero uno della trap) la sequenza di suoni gutturali che emette nei suoi brani non sembra avere alcun senso. Prima di farlo diventare fenomeno da talk show televisivo – chiude la Lucarelli – bisognerebbe pensare ad aiutarlo e a evitare che possa diventare una macchina da soldi.

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