C’è stato un tempo in cui Luigi Di Maio elogiava Carlo Cottarelli, che oggi salirà al Colle probabilmente per ricevere l’incarico per un nuovo esecutivo. Cottarelli era molto ben visto dal leader M5S. Lo dimostra una intervista a Sky “Italia 18”, data in piena campagna elettorale. Qualche giorno prima dell’intervista al campano, l’economista fu sentito da Sky. Davanti all’eventualità di un incarico nell’esecutivo, dopo il 4 marzo rispose: «Dipende, non da chi mi chiama, ma per fare cosa. Se M5S lo chiedesse? Va bene chiunque lo chieda, ma occorre sapere cosa. Non posso fare cose in cui non credo».

LEGGI ANCHE > LA BUFALA DI TONINELLI SUI POTERI DI NOMINA DEI MINISTRI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SPIEGATI DA MORTATI

Questo stralcio di intervista fu mandato in diretta durante l’ospitata di Di Maio. E in quell’occasione il pentastellato fu molto chiaro.

Giornalista Sky – Lui ci starebbe Di Maio, lei ci starebbe?

Di Maio – Ovviamente non si recluta un ministro qui a Sky (sorride ndr) ma sicuramente posso dire una cosa sul professor Cottarelli. Ha messo nero su bianco la lista della spesa che dovrà seguire il Governo per la 18esima legislatura, per poter recuperare soldi da dove non servono e metterli dove servono. Il nostro governo non comincerà da capo con la spending review. Una gran parte del piano Cottarelli è molto interessante per noi e la porteremo avanti. Lo porteremo avanti con il nostro ministro per l’Economia, i nostri sottosegretari, i viceministri. E spero comunque di parlare e confrontarmi con il professor Cottarelli perché è uno che ha detto in questi anni ai governo dove andare a prendere i soldi. Solo che i governi, in questi ultimi anni, al posto di eliminare le spese inutili e i privilegi hanno eliminato lui. E questo secondo me non se lo meritava. Anche perché è stata quella persona che ha messo nero su bianco il fatto che in Italia ci siano circa 8 mila partecipate. E che alcune di queste erano da chiudere,  non avevano nemmeno i dipendenti.

guarda il video (al minuto 16.11):

 

Altri tempi, forse. Ma la chiamata dal Colle per Cottarelli non è casuale. Stimato dai 5 stelle, desiderato come ministro da Silvio Berlusconi è l’uomo che ha fatto i conti in tasca ai partiti in vista del voto del 4 marzo. Mettendo sotto la lente d’ingrandimento tutti i programmi elettorali. Commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica, nominato nel 2013 da Enrico Letta e poi allontanato da Renzi e piazzato al Fondo Monetario Internazionale. Cottarelli è stato con vari incarichi a Washington sin dalla fine degli anni ’80, dopo un inizio in Banca d’Italia, dove entrò nel 1981. Oggi è direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano e nei mesi scorsi aveva espresso contrarietà sulla Flat Tax e su alcune proposte M5s.

Share this article