Governo neutrale, chi sceglierà Mattarella per guidarlo

08/05/2018 di Redazione

Sergio Mattarella si appresta a dare l’incarico di formare un nuovo governo a una personalità esterna alla politica. Spetterà a lui, o a lei, guidare il nuovo esecutivo, che dovrà portare rapidamente l’Italia in tempi relativamente brevi.

Governo neutrale, chi sceglierà Mattarella per guidarlo

Fine luglio o settembre, se come sembra probabile il governo neutrale non otterrà la fiducia in Parlamento. Inizio 2019, se invece Lega o M5S, oppure entrambi, si asterranno per far partire un governo: l’Italia è priva di una guida politicamente legittimata dal 24 marzo, quando Paolo Gentiloni si è dimesso con l’insediamento del nuovo Parlamento. Sergio Mattarella, secondo i principali commentatori politici, vuole formare un governo capace di suscitare simpatie nell’elettorato, con un mix di competenze e professionalità esterne alla politica. Il governo sarà neutrale, ovvero formato da personalità apprezzabili a livello trasversale, e che non si impegneranno in futuro in politica, a differenza di quanto fecero Mario Monti e Corrado Passera.

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Lucrezia Reichlin e Guido Tabellini tra i favoriti di Sergio Mattarella per il governo neutrale

Tra i favoriti per il ruolo di presidente del Consiglio, e in subordine anche di ministro, ci sono diversi economisti. L’ex rettore della Bocconi Guido Tabellini el a professoressa della London Business School Lucrezia Reichlin sono tra i nomi più citati. Altre figure di elevata competenza che potrebbero rientrare nel governo sono il direttore generale di Banca d’Italia Salvatore Rossi, oppure Carlo Cottarelli, ex commissario alla spending review. Tra gli alti magistrati si citano i nomi di Alessandro Pajno, presidente del Consiglio di Stato, e Marta Cartabia, vicepresidente della Corte costituzionale.

Mattarella
ANSA/ETTORE FERRARI

 

Sergio Mattarella è intenzionato a coinvolgere anche personaggi di rilievo del mondo dell’imprenditoria, anche se il suo compito è estremamemte complesso. Il governo neutrale voluto dal presidente della Repubblica potrebbe non entrare mai in carica, visto che Lega e M5S  possono negarli la fiducia sommando i loro no, e rimanere solo per la gestione degli affari correnti.

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