Gli impresentabili M5S sono tutti rimasti al loro posto

Niente elezione per gli impresentabili finiti nelle liste del Movimento 5 Stelle. Era questa una delle promesse di Luigi Di Maio nel corso della accesa campagna elettorale delle Politiche del 4 marzo. In realtà, a quasi due mesi dal voto, quei parlamentari sono tutti rimasti al loro posto, alla Camera o al Senato, e continuano a votare in linea con il M5S, anche se non fanno parte del gruppo pentastellato. Solo uno di loro, il senatore Emanuele Dessì, è stato anche perfettamente riammesso. Ne parla oggi il quotidiano La Stampa.

Nessuna rinuncia alla proclamazione, gli impresentabili M5S rimasti sono in Parlamento

«Se non rinunceranno alla proclamazione, li denuncerò per danni di immagine», aveva detto il candidato premier Di Maio nei giorni dello scandalo. Ora l’avvertimento sembra caduto nel vuoto. Alla Camera cinque impresentabili M5S come Silvia Benedetti (abbandonata dal M5S per la rimborsopoli, il caso delle indennità non restituite), Salvatore Caiata (che ha nascosto un’indagine a suo carico per riciclaggio), Andrea Cecconi (rimborsopoli), Antonio Tasso (nel 2007 condannato per violazione della legge sul diritto d’autore) e Catello Vitiello (punito perché massone) si sono iscritti al gruppo misto. Precisamente hanno aderito alla componente Maie, il Movimento Associativo Italiani all’Estero. Al Senato invece al gruppo misto si sono aggiunti Maurizio Buccarella e Carlo Martelli (anche loro travolti dalla vicenda dei rimborsi non restituiti). Dessì, al centro della bufera per l’affitto di 7 euro per la sua casa pagato al comune di Frascati e per un video in cui si esibisce insieme ad un membro del clan Spada di Ostia, il pugile Domenico Spada, è stato pienamente riabilitato e a Palazzo Madama fa parte del gruppo M5S.

Come ricostruisce La Stampa, Dessì è stato riammesso nel Movimento perché il comune avrebbe riconosciuto quel canone basso pagato per l’abitazione. Gli altri si comportano come se fossero nel partito come sempre. Tasso continua a utilizzare online il simbolo del Movimento nonostante sia stato interdetto dall’uso dell’immagine. Alcuni coinvolti nella rimborsopoli, come Cecconi, pur considerando improbabile una riammissione al M5S, ribadiscono che il documento firmato in campagna elettorale per la rinuncia all’elezione è carta straccia. Non vale nulla. Continueranno a sedere a Montecitorio e a Palazzo Madama come tutti i colleghi presentabili.

(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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