Brexit dura o Brexit morbida, questo è il dilemma di Theresa May

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Il voto imminente sull'unione doganale tra Londra e Bruxelles rischia di mettere a dura prova l'attuale governo britannico

La questione Brexit, oltre ad avere un’eco internazionale, sta facendo tremare lo stesso governo del Regno Unito.



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Theresa May, infatti, rischierebbe di perdere il suo posto da premier nel caso non riuscisse a far passare il mese prossimo la sua linea alla Casa dei comuni riguardo la possibilità di un’unione doganale tra Londra e Bruxelles.

All’interno del partito dei conservatori ci sono diversi elementi che spingono per un Hard Brexit, notamente il ministro degli Esteri Boris Johnson, quello dell’Ambiente Michael Gove e il segretario per la Brexit David Davis.



Come ricostruisce la Cnn, tra circa 30 giorni si voterà sull’unione doganale, che potrebbe trasformarsi presto in un voto di fiducia. Se il governo non dovesse far passare la sua linea, avrebbe 14 giorni per chiedere la fiducia.

E lì, se dovesse confermarsi l’opposizione dura a ogni compromesso con l’Unione Europea, Londra assisterebbe alle terze grandi elezioni nel giro di quattro anni.



Viste come sono andate quelle anticipate convocate dalla stessa May, il rischio che il potere possa passare ai laburisti guidati da Jeremy Corbin è dietro l’angolo.

Per questo motivo, i conservatori più conservatori potrebbero razionalizzare il voto contro la premier cercando di mantenere il governo nonostante l’esito negativo del voto in parlamento, chiedendo però le dimissioni di Theresa May.

A Downing Street non si sono ancora prese le contromisure. Il capo dell’esecutivo sa molto bene che non può legare la sua sorte politica alla Brexit, anche se rimane molto probabilmente il dossier più caldo a Londra. Tuttavia per riuscire a riprendere il controllo sul parlamento potrebbe anche farlo cercando di mettere a tacere l’ala più intransigente del partito.

In ogni caso, scommettere sull’esito negativo o positivo della vicenda resta impossibile.

(Foto credits: Ansa)