Il Movimento 5 Stelle di Roma dichiara «inviolabile» lo scranno che fu della Raggi nel 2013

Ora ci sarà anche una sorta di aura di sacralità intorno allo scranno Raggi in Campidoglio. Il posto che l’attuale sindaca di Roma occupava nel 2013 quando era consigliere di minoranza non può essere occupato da Cristina Grancio, ex del Movimento 5 Stelle, ora espulsa dopo la sua opposizione al progetto dello Stadio della Roma. Il consiglio comunale ha approvato una mozione M5S – presentata nella conferenza dei capigruppo – con 25 favorevoli e 8 contrari per impedire a qualsiasi consigliere di occupare gli scranni che, nella scorsa consiliatura, erano appartenuti ai consiglieri pentastellati.

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Scranno Raggi, nessuno vi si può sedere in Campidoglio

Una decisione che ha provocato qualche imbarazzo e diverse polemiche. Diversi consiglieri di minoranza, tra cui Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia e Roberto Giachetti del Partito Democratico, hanno voluto accompagnare simbolicamente la Grancio (ora iscritta al gruppo misto) al proprio posto (GUARDA QUI IL VIDEOfonte Il Messaggero). Il presidente dell’Aula Marcello De Vito è stato costretto a interrompere per diversi minuti la seduta, in modo tale da ripristinare l’ordine.

Imbarazzo per la decisione del M5S sullo scranno Raggi

«Se ci sono scranni liberi, e un consigliere vuole sedere in quegli scranni liberi, non capiamo che problemi ci sono ad acconsentire – ha detto il consigliere del Partito Democratico Valeria Baglio -: è una vergogna». Incredula anche la stessa Cristina Grancio che non capisce quale sia il problema a sedersi in un qualsiasi posto libero all’interno dell’Aula Giulio Cesare.

Giorgia Meloni, in prima persona, ha rivolto la stessa domanda alla maggioranza che, tuttavia, non ha fornito una risposta soddisfacente. Riprendendo una battuta fatta dallo stesso consigliere M5S Paolo Ferrara, ora, lo scranno che appartenne a Virginia Raggi è diventato ufficialmente sacro come la 10 indossata da Francesco Totti nella Roma. E intanto le altre questioni importanti da affrontare in consiglio – come il dibattito su Atac – vengono messe in coda per lasciare spazio a queste priorità.

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