Le brutte battute sul viticoltore Renato Brunetta

17/04/2018 di Redazione

È bastato l’annuncio della produzione di una sua etichetta di vino da parte di Renato Brunetta al Vinitaly 2018 per scatenare le battute più brutte e scontate che prendono di mira un difetto fisico. Questa mattina, sulle pagine del Corriere della Sera, è comparsa una sua intervista in cui l’esponente di Forza Italia ha affermato di «essersi indebitato per lanciare questa sua nuova produzione», che tuttavia «lo ripaga delle tante amarezze».

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VINO BRUNETTA, LE BRUTTE BATTUTE SULLA NOTIZIA

L’annuncio di questa nuova etichetta di vino made in Italy prodotta da un uomo politico (Brunetta non è il primo, anche Antonio Di Pietro e Massimo D’Alema hanno la passione per la viticoltura) ha fatto scatenare tutti gli istinti più bassi dei social network. Che hanno ironizzato sulla notizia in maniera piuttosto discutibile. Battute come «il vino saprà di tappo», «non sarà più soltanto la volpe a non arrivare all’uva», «nella botte piccola c’è il vino buono» stanno riempiendo tutte le discussioni su Twitter che hanno come argomento il lancio della nuova etichetta da parte di Renato Brunetta.

VINO BRUNETTA, ANCHE SALVINI FA UNA BATTUTA

Ovviamente, c’è anche chi ha utilizzato un’ironia migliore – che scherza con il nome di un famoso vitigno – sdoganando il «Brunetta di Montalcino». La battuta – secondo alcune voci – sarebbe attribuibile a Matteo Salvini che, a una domanda sul vino dell’esponente di Forza Italia, avrebbe risposto: «preferisco il Brunello». A questa boutade è stato lo stesso Brunetta a rispondere con un altrettanto telefonato: «Si Salvini chi può».

C’è, poi, chi si è chiesto come mai uno dei papabili ministri dell’Economia in un ipotetico governo di centro-destra si sia indebitato per lanciare un’azienda agricola. Ma resta la macchia indelebile di alcune uscite pubbliche che potevano essere evitate.

VINO BRUNETTA, LA SCELTA DI FARE IL PRODUTTORE

Brunetta ha esposto il suo business plan, che prevede il raggiungimento del pareggio di bilancio per la sua azienda produttrice di vino nel 2020, ha affermato di non avere assaggiato i vini di Bruno Vespa e di Massimo D’Alema, ma di non avere dubbi sulla loro bontà vista la serietà dei due professionisti. Le vigne di Brunetta hanno dei nomi ispirati alle donne della sua vita e rappresentano una sorta di fuga dalla quotidianità per il politico: «Una passeggiata tra i filari – ha detto Brunetta – ripaga dalle fatiche e dalle amarezze».

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