Da Cantone a Giorgetti, da Fico a Tajani: il nuovo totonomi sul ‘terzo uomo’ premier

10/04/2018 di Redazione

Come spiega oggi Marzio Breda sul Corriere della Sera, in una fase di surplace della politica italiana, con in campo leader che intendono utilizzare lo stallo sulla formazione del governo come pretesto per le elezioni anticipate, prende maggior vigore l’ipotesi del cosiddetto ‘terzo uomo’ a Palazzo Chigi, diverso dai due pretendenti Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Lo scenario di un’intesa tra Movimento 5 Stelle e Lega resta il più probabile ma non va sottovalutata l’opzione che diventi premier un politico con standing ed esperienza in Europa o una personalità che non sia espressione dei partiti, anche se è molto difficile che  il presidente della Repubblica Sergio Mattarella faccia nomi.

Il nuovo totonomi sul ‘terzo uomo’ per la presidenza del Consiglio

Chi fa nomi sull’eventuale ‘terzo nome’ da scegliere è invece Goffredo De Marchis su Repubblica. Tra le ipotesi alternative alle autocandidature come quella di Di Maio e Salvini (disponibile però a un passo indietro) ci sono innanzitutto la seconda e terza carica dello Stato. Il presidente della Camera Roberto Fico e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati vengono indicati rispettivamente come possibile chiave di un accordo tra M5S e Pd o tra M5S e centrodestra. Il primo è stato molto applaudito anche dai Dem nel suo intervento a Montecitorio. La seconda potrebbe pagare il suo attivismo per sostenere le battaglia di Silvio Berlusconi contro i magistrati. C’è poi il deputato Giancarlo Giorgetti. In questo caso s’immagina un sostegno di tutto il centrodestra e una cornice che prevede i pentastellati o i Dem. Altri nomi, non politici, sono quelli di Giovanni Maria Flick, ex presidente della Corte Costituzionale, e di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Anticorruzione. Repubblica sottolinea che Flick si è molto avvicinato al M5S e ha vissuto tutta a stagione ulivista al fianco di Romano Prodi e che a Cantone in questi anni, sul tema della trasparenza della politica e della pubblica amministrazione, si sono rivolti pubblicamente sia Pd che M5S. Non sembra poi archiviato il nome del presidente della Bce Mario Draghi. E nemmeno quello di Antonio Tajani, candidato premier proposto da Berlusconi in caso di successo di Forza Italia sulla Lega. Il presidente del Parlamento Europeo vanta ottimi rapporti con le cancellerie dei più grandi paesi europei.

(Immagini da archivio Ansa)

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