L’alternativa al reddito di cittadinanza: con 7 mld il Rei raggiungerebbe tutti i poveri assoluti

29/03/2018 di Redazione

In una fase di incertezza politica e di evidente difficoltà dei partiti premiati alle urne, stavolta M5S e Lega, a formare una solida maggioranza di governo, la realizzazione delle principali promesse della campagna elettorale diventa assai meno probabile. È il caso del reddito di cittadinanza, la proposta che il Movimento 5 Stelle ha da anni messo in cima al suo programma e che è sempre stata duramente criticata dagli avversari. Senza un governo monocolore, l’assegno per chi non ha un lavoro rischia di naufragare o di essere sensibilmente ridimensionato.

 

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I dati di Boeri: il reddito di cittadinanza costa 35/38 miliardi di euro

Ma a far crescere dubbi sulla reale fattibilità della proposta sono le stime sul suo costo effettivo. Ieri il presidente dell’Inps Tito Boeri, che con il premier Paolo Gentiloni ha presentato l’osservatorio statistico sul Rei, il Reddito di inclusione introdotto dal governo di centrosinistra, ha quantificato il costo annuo per il reddito di cittadinanza in 35/38 miliardi di euro, invitando i pentastellati a finanziare la misura di contrasto alla povertà già attivata. Il progetto del Rei è partito a dicembre dello scorso anno e nei primi tre mesi di rodaggio ha raggiunto 251mila nuclei familiari, circa 870mila persone.

Le cifre riguardano anche il Sie, il Sostegno di inclusione attiva, una misura già in vigore prima del Rei ma più incompleta, e altri strumenti di sostegno introdotti in alcune regioni, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Puglia. Nel dettaglio a beneficiare del reddito di inclusione sarebbero state finora 316mila persone di 119mila nuclei familiari, ma con una dote di 5/7 miliardi secondo Boeri il Rei potrebbe raggiungere tutti coloro che vivono in una condizione di povertà assoluta. Finora sarebbe stato raggiunto solo il 50% della platea potenziale. Da luglio, grazie agli stanziamenti dell’ultima legge di Bilancio la platea dovrebbe allargarsi a 780mila nuclei. Non sarà più richiesta infatti la presenza nel nucleo di un minore o di un disabile o di un disoccupato.

Il presidente Inps: con 7 miliardi reddito di inclusione a tutti i poveri assoluti

Boeri ha ribadito il concetto e i dati anche oggi, in un’intervista rilasciata al Gr1 Rai: «Il reddito di inclusione ha raggiunto, nei primi tre mesi, il 50% della platea di riferimento», ha detto. «E questo credo che sia un risultato molto importante. Io credo che a questo punto si possa dire che in Italia un reddito minimo già esiste, chiaramente sotto finanziato. E dunque, invece di piantare bandierine o chiamare con altri nomi questo strumento, è meglio finanziare maggiormente il reddito di inclusione. Per arrivare a tutti, ha spiegato poi servirebbero tra i 5 e i 7 miliardi mentre per ora arriveremo a 2 miliardi». E ancora: «Se noi lavorassimo sul Rei e lo rendessimo maggiormente finanziabile arriveremmo a tutte le famiglie povere», ha poi spiegato il presidente dell’Inps, precisando che con «7 miliardi si possono raggiungere tutti i poveri assoluti».

L’importo medio del Rei è stato di 297 euro al mese e i 244 euro per il Sie. Va precisato che il M5S contesta il dato di 35/38 miliardi di costo per il reddito di cittadinanza (almeno 780 euro al mese ai senza lavoro che decidono di iniziare un percorso di formazione in collaborazione con Centri per l’impiego e Comuni) ricordando una stima di 14,9 miliardi fatta dall’Istat.

(Foto Zumapress da archivio Ansa. Credit: Nicolas Maeterlinck / Belga via ZUMA Press)

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