“Sono stato intimidito senza motivo da un vigile urbano”, la denuncia di un avvocato di Torino

26/03/2018 di Redazione

Michele Scola, avvocato di Torino, ha pubblicato su Facebook un post di denuncia contro un vigile urbano di Torino, reo di averlo intimorito prima in presenza del figlio piccolo e poi da solo, in quello che sembrerebbe un abuso di potere.

L’episodio risale a giovedì 22 marzo:

Giovedì ho portato mio figlio di cinque anni a scuola, come (quasi) tutte le mattine, in scooter.

C’era un vigile che con la sua moto bloccava l’ingresso alla strada della scuola; anche questa situazione non era affatto nuova. Parcheggio, correttamente, a un metro da lui, scendo e, per farla breve, vengo redarguito perché mi dice che il casco del bambino non è omologato. Gli spiego che è omologato, tolgo il casco a mio figlio, gli faccio vedere l’omologazione, ma continua a dirmi con tono molto duro e trattandomi piuttosto male che non è omologato. Mio figlio è visibilmente spaventato dai toni (non i miei): lascio perdere, faccio finta di niente, e me ne vado: non ho tempo da perdere, mi chiude il prescuola e ho 274 cose da fare. Mentre vado via gli dico, cosa vera, che l’ho comprato da Tosa e che dubito Tosa venda caschi non omologati. Mi guarda malissimo mentre mi allontano, peraltro in modo gratuito perché sono stato educatissimo, ma capisco che non l’ha presa bene. Lo capisce anche mio figlio che mi chiede se verrò arrestato per colpa del suo casco: lo tranquillizzo, ovviamente.

La vicenda, tuttavia, non finisce qui. Il giorno dopo, lo stesso vigile si presenta insieme a due colleghi sotto l’abitazione di Scola, che per un impegno di lavoro non è in compagnia del figlio:

Esco dal portone e mi trovo di fianco tre moto della polizia municipale con tre vigili in piedi. Non ci faccio tanto caso. Mentre metto il casco attraversando la strada sento chiamare con il “classico” … psss psssss, ma non penso sia rivolto a me. Con la coda dell’occhio vedo un vigile attraversare e venire nella mia direzione. Capisco. Salgo comunque sullo scooter parcheggiato, magari sono paranoico. e, invece, mi sento bussare sulla spalla da dietro.
“signor Scola, scenda un po’ e mi favorisca patente e libretto”
“perché? Non sono neanche ancora partito. Ma come sa il mio nome?”
“un normale controllo. favorisca patente e libretto. E tagliando dell’assicurazione”
“ma lei è il vigile di ieri? Cosa fa sotto casa mia a quest’ora? Mi stavate aspettando? E comunque il tagliando assicurativo non è più obbligatorio”
“si la stavamo aspettando, favorisca i documenti che le ho chiesto”
Dall’altro lato della strada anche il suo collega mi guarda con l’aria da duro.
La faccio breve perché ci sarebbero un po’ di riflessioni da fare, a partire dal come mi sono sentito in quel momento io, fino alla faccia goduta degli agenti che all’evidenza si stavano sentendo importanti e potenti nei miei confronti……. Con un atteggiamento odioso, del tipo non rispondere alle domande con cui chiedevo spiegazioni, e trattarmi come fossi un delinquente abituale, hanno cercato in tutti i modi di farmi qualche multa e ovviamente ci sono riusciti (revisione scooter; pazienza ho sbagliato e pagherò. non sarò né il primo né l’ultimo che si è dimenticato la revisione). Hanno palesemente cercato di farmi perdere la lucidità

Il post si conclude con un invito al comune e alla polizia municipale di Torino di verificare il comportamento del vigile e valutare se quell’atteggiamento minaccosio non sia stato dettato più da recriminazioni personali che da senso del dovere. Si tratterebbe, insomma, di un vero e proprio abuso della professione.

Scola, infine, ha affermato di voler querelare la persona che lo ha offeso.

(Foto credits: Facebook)

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